Grizon e Romita (Pdl): “non possiamo passare da 500 abbonamenti al mese a zero; la presidente chieda aiuto alla Fondazione CRT e recuperi qualcosa dall’avanzo di amministrazione 2011”
“Ben vengano gli interventi nel campo dell’occupazione finalizzati al mantenimento dei posti di lavoro e l’erogazione di incentivi per le assunzioni e per l’avvio di nuove imprese ma sospendere gli abbonamenti per gli autobus perché, come dichiara la presidente Bassa Poropat, la richiesta è in forte aumento” ci pare un’assurdità, anche perché non avrebbe richiesto, come sostiene la presidente, uno sforzo economico insostenibile”.
Con queste parole Claudio Grizon e Massimo Romita, rispettivamente capo gruppo e vice capo gruppo del Pdl a palazzo Galatti, anche a nome delle consigliere Viviana Carboni e Daniela Pallotta, commentano le dichiarazioni della presidente Maria Bassa Poropat dopo l’annuncio dello stop alle tessere bus per le persone svantaggiate avanzando alcune proposte.
“Fa piacere - sottolineano Grizon e Romita - riscontrare che finalmente la giunta Bassa Poropat con il suo piano anticrisi si sia orientata maggiormente al sostegno delle aziende che, attraverso i tirocini formativi, possono da un lato offrire occasioni di crescita professionale e dall’altro trovare una risposta seppur a breve termine per i propri carichi di lavoro, anche se in consiglio abbiamo criticato la volontà della giunta di decidere autonomamente sui criteri più significativi dei bandi".
“Comunque sia gli abbonamenti distribuiti gratuitamente dalla Provincia sono una priorità – aggiunge Grizon – anche perché non possiamo passare da 500 tessere al mese a zero, si potrebbero generare situazioni critiche nelle famiglie”.
“Per un’iniziativa come questa – prosegue il capo gruppo del PDL – l’amministrazione potrebbe chiedere un sostegno alla Fondazione CRTrieste e recuperare qualcosa dall’avanzo di amministrazione del 2011”.
“Secondo l’assessore Zollia, che sappiamo molto sensibile su questo tema – sottolineano Grizon e Romita - il costo annuo degli abbonamenti potrebbe assestarsi in 200 mila euro, oltre all’organizzazione e al costo del personale impiegato nella distribuzione, per cui non è impossibile, viste alcune spere non indispensabili dell'amministrazione”.
“D’altra parte – suggeriscono Grizon e Romita – considerata la valenza sociale dell’iniziativa la Provincia potrebbe fare un accordo con il Comune di Trieste per poter disporre di almeno una persona esperta di procedure amministrative ai fini sociali che possa alleviare il lavoro degli uffici provinciali che stanno cominciando a soffrire i carichi di lavoro e coinvolgere i Comuni minori nella distribuzione”.
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