Da Il Piccolo del 2 luglio 2012 - Pagina 35 - Cronaca Trieste
Muggia, la ciclabile si aggancia al confine con la “Parenzana”
L'OPPOSIZIONE
Grizon: sottratto spazio prezioso ai Tir
«La pista ciclabile voluta dal sindaco Nerio Nesladek si avvicina ai laghetti delle Noghere, passando per la Zona Industriale, sottraendo spazio prezioso alla strada. Dove passano ingombranti camion infatti ora passerà anche la ciclabile».
Grizon: sottratto spazio prezioso ai Tir
«La pista ciclabile voluta dal sindaco Nerio Nesladek si avvicina ai laghetti delle Noghere, passando per la Zona Industriale, sottraendo spazio prezioso alla strada. Dove passano ingombranti camion infatti ora passerà anche la ciclabile».
Lo sostiene il consigliere di opposizione Claudio Grizon, che continua: «I Tir d'ora in poi
difficilmente potranno passare contemporaneamente nei due sensi di marcia. La
pista è stata delimitata da enormi blocchi di cemento armato incastrati tra
loro alti almeno 30 centimetri e larghi 40-50. Così più o meno la nuova
pista ciclabile si prende circa un terzo della strada. Certo che il percorso
è quello più diretto verso i Laghetti ma non è certo questa la soluzione
ideale. Un percorso alternativo nel verde sarebbe stato a mio avviso la
soluzione migliore".
"Ma dopo l'asfaltatura della pista lungo gli argini
dell'Ospo - conclude il consigliere del Pdl - questi blocchi di cemento
sull'asfalto rappresentano purtroppo la logica conseguenza».
Il Comune spiega che l’uso dell’asfalto è una scelta obbligata
Lo prevede il piano regionale: dev’essere identica alla slovena
di Ivana Gherbaz
MUGGIA - Da un lato la
politica e dall'altro gli amanti della natura. Il fatto che alcuni tratti
delle piste ciclabili che verranno realizzate dal Comune di Muggia saranno
asfaltati ha destato preoccupazione e creato una certa dose di critiche da
parte di chi siede sui banchi dell'opposizione, ma anche qualche mugugno da
parte degli ambientalisti: troppo bitume per tracciati che sono la
quintessenza dell’ecologia, dicono.
Ma quello che all'apparenza può apparire
come un ennesimo scempio che stona con le bellezze naturali è dettato da
regole ben precise che impongono l'utilizzo dell'asfalto o di materiali
particolari, come spiegano gli amministratori comunali.
Nel caso della
Parenzana, la ciclovia in corso di realizzazione a Muggia si collegherà con
la sua omonima in Slovenia. Si tratta di un percorso che nella parte
oltreconfine è già asfaltato, e si inserisce nel piano regionale delle piste
ciclabili, per il quale la Regione ha anche concesso il finanziamento.
Per
questo motivo, come ha spiegato l'assessore ai Lavori pubblici del Comune di
Muggia Loredana Rossi, «abbiamo dovuto rispettare le regole previste dal
piano regionale che prevede la realizzazione di un unicum, cioè una pista
ciclabile identica a quella in Slovenia che è asfaltata».
La maggior parte
della pista poi si trova sulla strada e quindi utilizza l'asfalto già
esistente, a parte il tratto che sarà realizzato su quello che un tempo erano
i binari della ex ferrovia Parenzana. Ma ci deve essere una perfetta
connessione con la parte della ciclovia in Slovenia. Per questo motivo,
spiega ancora l’assessore Rossi, «quello che faremo sarà asfaltare quel
tratto che un tempo era la ex ferrovia dalla quale prende il nome la pista
ciclabile».
L'asfaltatura non garantisce solo l'omogeneità del percorso ma
anche, in termini di sicurezza, rende la pista ciclabile percorribile a
tutti, anche a chi non è un virtuoso della mountain-bike. Insomma, come
sottolinea invece il sindaco Nerio Nesladek, si è trattato di “una polemica
politica che poi si è trasformata in preoccupazione da parte dei cittadini”.
Ad essere asfaltato (i lavori sono già iniziati), anche il tratto che passa a
ridosso del rio Ospo. In quel caso le soluzioni che potevano essere prese,
indica l'assessore Rossi, erano due: «Da un lato utilizzare il tratto più
vicino al corso d'acqua, ma è percorso anche dalle automobili e quindi è
pericoloso, per questo è stato scelta la parte più in alto dove era già
presente un tracciato. Noi dobbiamo comunque osservare le regole che sono
previste per la realizzazione delle piste ciclabili che indicano di
utilizzare o l'asfalto già presente, cosa che per la maggior parte abbiamo
sfruttato, come ad esempio il percorso di via di Stramare o della salita di
Naccia. Quasi tutto è su strada, ma i tratti che creano l'anello dovranno
essere asfaltati, questo perché solo così potevamo avere un collegamento
visto che la parte di pista sulla strada è a senso unico».
Altro discorso è
invece quello che riguarda la pista ciclabile Carso-Kras che si collegherà ai
laghetti delle Noghere in direzione san Dorligo della Valle-Dolina
pesantemente criticata dal consigliere del Pdl Claudio Grizon nel tratto che
passa sulla strada. Per Grizon, così come è stata progettata, la pista si mangerebbe
un terzo della strada rendendo praticamente impossibile il passaggio
contemporaneo di due Tir sui due lati della carreggiata, come riferiamo più
dettagliatamente qui a fianco. Anche in questo caso però la questione è stata
risolta: laddove le manovre per i pesanti autoarticolati sarebbero risultate
troppo difficoltose è stata subito eliminata la barriera protettiva
utilizzata per separare la pista dalla strada.
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