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giovedì 24 settembre 2015

IL PIANO REGOLATORE AL VOTO MA LE NORME ATTUATIVE SONO DA RIFARE

Da Il Piccolo di giovedì 24 settembre 2015

Il piano regolatore di Muggia in dirittura

Maratona in piazza Marconi tra divergenze sull’Ezit e polemiche. Il voto decisivo atteso per lunedì

di Riccardo Tosques

«Siamo al giro di boa: forse lunedì prossimo riusciamo a portarlo a casa». Il vicesindaco di Muggia Laura Marzi, dopo una estate tribolata con colpi di scena a ripetizione, “culla” il nuovo Prgc come fosse una creatura. Nella notte appena passata il Consiglio comunale rivierasco si è nuovamente riunito per discutere tutte le osservazioni e le opposizioni al nuovo Piano regolatore generale comunale: a meno di clamorosi epiloghi, lunedì 28 il Piano verrà finalmente approvato. Nella prima seduta andata in scena martedì sono stati affrontati ben 69 punti. 
Complessivamente la discussione e la votazione è stata affrontata con «serietà e responsabilità e senza rincorrere a facili atteggiamenti ostruzionistici per rispetto in primo luogo dei cittadini» come ha commentato il consigliere comunale del Pdl Claudio Grizon, con tanto di conferma del vicesindaco Marzi. Nonostante molti voti siano stati trasversalmente favorevoli alle controdeduzioni proposte, sono emersi punti di vista molto diversi su vari aspetti del piano a partire dalle intese con l’Ezit, al “no” assoluto alla sessantina di richieste di ampliamenti o a nuove edificazioni presentate dai cittadini per le proprie famiglie mentre, nel contempo, si prevedono insediamenti per quasi 300 abitanti su Monte San Giovanni: favorevole la maggioranza, contraria l'opposizione.
Sotto la lente d'ingrandimento anche la mozione presentata da Marina Busan, capogruppo della lista civica di maggioranza Meio Muja, già prima della discussione e del voto del piano. Una mozione atta ad impegnare il sindaco Nerio Nesladek, all'indomani dell’approvazione, «ad avviare le procedure per rivalutare le norme tecniche di attuazione con il confronto con gli ordini professionali». Per Grizon «una vera e propria presa di distanza dal più importante documento che regola l’applicazione del piano regolatore licenziato dalla giunta. Considerata la valenza politica di questa mozione, probabilmente uno dei compromessi per l’ok al piano di Meio Muja».  Secondo il Pdl la situazione venutasi a creare tra la lista civica e l'amministrazione è «anomala, anche perché a quanto pare i professionisti dopo non aver avuto soddisfazioni con la giunta e con gli uffici ed i progettisti, per far sentire la loro voce si sono dovuti rivolgere a Meio Muja che in cambio del voto favorevole al piano avrebbero avuto l’ok dal sindaco sulla loro mozione». Pronta la replica di Marina Busan: «Lunedì verrà presentato un emendamento alla mozione stessa per evitare strumentalizzazioni, visto che siamo in perfetta sinergia con l'amministrazione. La nostra richiesta è atta a favorire un tavolo di confronto oggettivo per perfezionare alcune norme tecniche di attuazione in difformità da altre realtà comunali. Nessuna anomalia e nessun compromesso: operiamo con spirito critico ma collaborativo, come sempre».

mercoledì 12 agosto 2015

#‎TRIESTE‬ - LETTERA APERTA AL SINDACO DI ‪#‎MUGGIA‬ NERIO NESLADEK (‪#‎PD‬)

#‎TRIESTE‬ - LETTERA APERTA AL SINDACO DI ‪#‎MUGGIA‬ NERIO NESLADEK (‪#‎PD‬)

Il sindaco ‪#‎NerioNesladek‬ (#Pd) mi ringrazia dal suo profilo FB per avergli riconosciuto il merito del trasferimento nella zona industriale delle Noghere di 100 mila metri quadrati di aree extradoganali tolte al Porto Vecchio. In realtà non è un riconoscimento ma la constatazione che altri, a Trieste o a Roma (forse nolo sapremo mai), e non certo solo lui, hanno deciso che bisogna smantellare il Porto Vecchio e le sue prerogative
Si lamenta per l'ennesima volta del fatto che l'opposizione a Muggia non ha mai fatto proposte sul progetto Acquario e sulla costa, sulle aree industriali che dovrebbero diventare extradoganali e sul piano regolatore. 
Le solite ipocrite e false manifestazioni di disponibilità ad ascoltare le nostre idee e proposte. 
Mai in 9 anni e mezzo l'uomo ha accolto una proposta da noi fatta salvo poi, subdolamente, trasformare qualche nostra richiesta in interventi realizzati di sua iniziativa. Un atteggiamento deplorevole e vergognoso.
Ora, dopo l'esperienza di questi anni trascorsi ad ascoltare i suoi sermoni laici ed ipocriti, ci spiega con la solita aria saccente che siamo noi a non aver fatto proposte mentre è lui il solo salvatore della Patria.
Balle caro sindaco.
Balle in quanto, ad esempio sul caso Acquario, come avremmo potuto fare dei progetti alternativi senza avere a disposizione gli uffici comunali? E poi: mai in 9 anni e mezzo il sindaco ha creato situazioni o portato delibere in consiglio sulle quali avremmo potuto fare proposte. Sempre pacchi già precostituiti. Sempre soluzioni e proposte "blindate" dai numeri della maggioranza (quando c'era) che certo non si sognava di aprire confronti con noi. 
Sulla questione dei 100 mila metri quadrati di aree extra doganali alle Noghere, dal mio profilo, dal mio blog che il sindaco frequenta e con un comunicato stampa mai pubblicato integralmente, ho fatto un appello affinché convochi il consiglio per discutere di questi temi invitando il presidente dell'Ezit. Risultato il nulla! Anzi ancora un sermone tracotante! 
Ed infine sul piano regolatore. Tutto è iniziato con gli indirizzi votati dal consiglio anche quelli infarciti da dogmi politici ed ideologici della sinistra.
Ed ora l'uomo si scandalizza del fatto che non abbiamo fatto proposte o emendamenti. Potrei rispondere che li hanno fatti i suoi consiglieri e un suo ex assessore e quelli bastano. Ma gli rispondo che non è possibile emendare un piano regolatore come questo che si è preoccupato solo di togliere edificabilità a tutti ma senza disegnare veramente il futuro del territorio
Hanno ridotto i metri cubi edificabili per il turismo così come quelli per le famiglie ma previsto appartamenti in edilizia sociale per almeno 200 nuovi abitanti a Monte San Giovanni, dichiarando negli allegati, che non sono necessarie nuove edificazioni a Muggia in quanto l'andamento demografico non prevede un aumento degli abitanti
Insomma balle e balle senza fine. Contraddizioni e marchette di vario tipo come quella, ammessa, che prevede la possibilità di realizzare attività ricettive in piena zona industriale!!! Una follia con gli alberghi di Muggia che arrancano! Eppure la sinistra ha "calato le braghe", come ha ammesso il vice sindaco Marzi, davanti al kompagno presidente dell'Ezit.
Questi motivi bastano e avanzano per giustificare il nostro atteggiamento nei confronti di questo sindaco e della sua banda, consapevoli di rappresentare il pensiero dei nostri elettori e dei tanti scontenti di questa amministrazione che dopo averla forse votata sicuramente non lo faranno più.

Claudio Grizon

sabato 18 luglio 2015

AREE EXTRADOGANALI ALLE NOGHERE, GRIZON (PDL): “NESLADEK PORTI IL TEMA NEL PROSSIMO CONSIGLIO COMUNALE E INVITI L’EZIT IN AUDIZIONE”

Stefano Zuban, presidente dell'EZIT
“Se ne parla da tempo, non siamo a priori contrari a questa soluzione, se qualche impresa la richiedesse e se venisse dimostrata la sua utilità, ma il sindaco Nerio Nesladek, che sappiamo tra i promotori del trasferimento del regime extradoganale alle Noghere, venga in consiglio comunale a spiegarci le opportunità e criticità conseguenti a questa ipotesi a quanto pare sempre più concreta”.
Commenta così Claudio Grizon, consigliere provinciale e comunale del Pdl, dopo il sopraluogo sulle aree EZIT nella valle delle Noghere in vista di un possibile trasferimento delle aree extradoganali dal Porto Vecchio.
“Il Comune di Muggia – ironizza Grizon - come ci ha confermato chiaramente il vice sindaco Laura Marzi, ha già “calato le braghe” dinanzi all’EZIT per poter raffazzonare le intese sul piano regolatore, per cui non vorremmo che sulla destinazione delle aree del territorio muggesano, fatte salve le competenze degli enti, le decisioni siano prese in via XXX Ottobre o in via Caboto a Trieste (sedi del PD provinciale e regionale e dell’EZIT ndr) ma bensì in piazza Marconi a Muggia”
Invito quindi pubblicamente il sindaco Nesladek – conclude l’esponente del centro destra - a non confondere i suoi vari ruoli ed incarichi e ad assicurare al suo consiglio comunale le attenzioni e le competenze che merita e che ha portando il tema del trasferimento di 100 mila metri quadrati di aree extradoganali dal Porto Vecchio alla valle delle Noghere all’ordine del giorno del prossimo consiglio, invitando il presidente dell’EZIT Stefano Zuban, a cui riconosciamo competenza e concretezza, a relazionare in merito a questa ipotesi e ad illustrare l’eventuale iter tecnico amministrativo”.

lunedì 17 settembre 2012

SCEMPIO AMBIENTALE, 50 PNEUMATICI "PESCATI" NEI LAGHETTI DI VIGNANO/NOGHERE


LA NOTA
Ricordo che i Laghetti delle Noghere sono proprietà del Comune di Muggia ... dove la sinistra dei laghetti ne aveva fatto una bandiera al punto di comprarli dall'EZIT per 40 mila euro! Dovevano divenire un paradiso ambientale ma da quanto pare sono divenuti invece una cloaca a cielo aperto... C.G.


Dal sito TRIESTE ALL NEWS www.triesteallnews.it

Scempio ambientale, 50 pneumatici "pescati" nei laghetti di Vignano/Noghere

NATURA L'operazione è stata realizzata dal Corpo pompieri volontari, da una squadra tutta al femminile della Croce rossa e dal Sub sea club

17.9.2012 | 11.05 - Il Corpo pompieri volontari di Trieste assieme a una squadra tutta al femminile della Croce rossa e con il supporto tecnico del Sub sea club ha recuperato una cinquantina di pneumatici di grosse dimensioni all'interno dei laghetti della Bioarea Vignano/Noghere (nelle foto le operazioni di recupero).

Purtroppo si tratta solo di una parte dei rifiuti scaricati abusivamente nei laghetti. La siccità di quest'estate ha abbassato di quasi due metri il livello dell'acqua portando infatti alla luce l'ennesimo scempio ambientale. Nel corso dell’intervento sono stati individuati sotto il pelo d’acqua anche scarti di eternit e fusti per liquidi.

In accordo con il Servizio ambiente e territorio del Comune di Muggia per motivi di sicurezza è stata realizzata una mappatura di questi rifiuti che saranno recuperati in seguito con una specifica procedura. Condizioni meteo permettendo l’iniziativa del Corpo pompieri volontari di Trieste continuerà nelle prossime settimane.

lunedì 2 luglio 2012

MUGGIA, LA CICLABILE D'ASFALTO TOGLIE SPAZIO AI TIR

Da Il Piccolo del 2 luglio 2012 - Pagina 35 - Cronaca Trieste

Muggia, la ciclabile si aggancia al confine con la “Parenzana”




















L'OPPOSIZIONE
Grizon: sottratto spazio prezioso ai Tir


«La pista ciclabile voluta dal sindaco Nerio Nesladek si avvicina ai laghetti delle Noghere, passando per la Zona Industriale, sottraendo spazio prezioso alla strada. Dove passano ingombranti camion infatti ora passerà anche la ciclabile».
Lo sostiene il consigliere di opposizione Claudio Grizon, che continua: «I Tir d'ora in poi difficilmente potranno passare contemporaneamente nei due sensi di marcia. La pista è stata delimitata da enormi blocchi di cemento armato incastrati tra loro alti almeno 30 centimetri e larghi 40-50. Così più o meno la nuova pista ciclabile si prende circa un terzo della strada. Certo che il percorso è quello più diretto verso i Laghetti ma non è certo questa la soluzione ideale. Un percorso alternativo nel verde sarebbe stato a mio avviso la soluzione migliore". 
"Ma dopo l'asfaltatura della pista lungo gli argini dell'Ospo - conclude il consigliere del Pdl - questi blocchi di cemento sull'asfalto rappresentano purtroppo la logica conseguenza». 



Il Comune spiega che l’uso dell’asfalto è una scelta obbligata
Lo prevede il piano regionale: dev’essere identica alla slovena


di Ivana Gherbaz
MUGGIA - Da un lato la politica e dall'altro gli amanti della natura. Il fatto che alcuni tratti delle piste ciclabili che verranno realizzate dal Comune di Muggia saranno asfaltati ha destato preoccupazione e creato una certa dose di critiche da parte di chi siede sui banchi dell'opposizione, ma anche qualche mugugno da parte degli ambientalisti: troppo bitume per tracciati che sono la quintessenza dell’ecologia, dicono. 
Ma quello che all'apparenza può apparire come un ennesimo scempio che stona con le bellezze naturali è dettato da regole ben precise che impongono l'utilizzo dell'asfalto o di materiali particolari, come spiegano gli amministratori comunali. 
Nel caso della Parenzana, la ciclovia in corso di realizzazione a Muggia si collegherà con la sua omonima in Slovenia. Si tratta di un percorso che nella parte oltreconfine è già asfaltato, e si inserisce nel piano regionale delle piste ciclabili, per il quale la Regione ha anche concesso il finanziamento. 
Per questo motivo, come ha spiegato l'assessore ai Lavori pubblici del Comune di Muggia Loredana Rossi, «abbiamo dovuto rispettare le regole previste dal piano regionale che prevede la realizzazione di un unicum, cioè una pista ciclabile identica a quella in Slovenia che è asfaltata»
La maggior parte della pista poi si trova sulla strada e quindi utilizza l'asfalto già esistente, a parte il tratto che sarà realizzato su quello che un tempo erano i binari della ex ferrovia Parenzana. Ma ci deve essere una perfetta connessione con la parte della ciclovia in Slovenia. Per questo motivo, spiega ancora l’assessore Rossi, «quello che faremo sarà asfaltare quel tratto che un tempo era la ex ferrovia dalla quale prende il nome la pista ciclabile»
L'asfaltatura non garantisce solo l'omogeneità del percorso ma anche, in termini di sicurezza, rende la pista ciclabile percorribile a tutti, anche a chi non è un virtuoso della mountain-bike. Insomma, come sottolinea invece il sindaco Nerio Nesladek, si è trattato di “una polemica politica che poi si è trasformata in preoccupazione da parte dei cittadini”
Ad essere asfaltato (i lavori sono già iniziati), anche il tratto che passa a ridosso del rio Ospo. In quel caso le soluzioni che potevano essere prese, indica l'assessore Rossi, erano due: «Da un lato utilizzare il tratto più vicino al corso d'acqua, ma è percorso anche dalle automobili e quindi è pericoloso, per questo è stato scelta la parte più in alto dove era già presente un tracciato. Noi dobbiamo comunque osservare le regole che sono previste per la realizzazione delle piste ciclabili che indicano di utilizzare o l'asfalto già presente, cosa che per la maggior parte abbiamo sfruttato, come ad esempio il percorso di via di Stramare o della salita di Naccia. Quasi tutto è su strada, ma i tratti che creano l'anello dovranno essere asfaltati, questo perché solo così potevamo avere un collegamento visto che la parte di pista sulla strada è a senso unico». 
Altro discorso è invece quello che riguarda la pista ciclabile Carso-Kras che si collegherà ai laghetti delle Noghere in direzione san Dorligo della Valle-Dolina pesantemente criticata dal consigliere del Pdl Claudio Grizon nel tratto che passa sulla strada. Per Grizon, così come è stata progettata, la pista si mangerebbe un terzo della strada rendendo praticamente impossibile il passaggio contemporaneo di due Tir sui due lati della carreggiata, come riferiamo più dettagliatamente qui a fianco. Anche in questo caso però la questione è stata risolta: laddove le manovre per i pesanti autoarticolati sarebbero risultate troppo difficoltose è stata subito eliminata la barriera protettiva utilizzata per separare la pista dalla strada.

martedì 14 febbraio 2012

53 IMPRESE CONTRO NESLADEK E LA PRESIDENTE BASSA POROPAT PER IL DEGRADO NELLA ZI DELLE NOGHERE

Fino a quando governava il centro destra le cose funzionavano, poi con Nesladek e la Bassa Poropat il degrado, fino alla protesta delle imprese


A poco o nulla, nonostante le promesse e le assicurazioni, son valse le mie interrogazioni al sindaco Nesladek e alla presidente Bassa Poropat: nel settembre scorso sono dovute intervenire con una petizione accorata e esasperata a Comune, Provincia ed EZIT ben 53 imprese che lavorano e vivono quotidianamente l’area industriale di cui ne Nesladek ne la Bassa Poropat sembravano conoscere i problemi pur attraversandola quotidianamente come tutti.
Chiarificatrice, pragmatica e concreta è stata l'immediata risposta che il presidente dell’EZIT Dario Bruni ha inviato alle imprese che hanno sottoscritto l’appello alle istituzionisono stati richiamati gli oggetti dei contratti sottoscritti il 17 giugno 1997, ben 14 anni orsono, e in questo modo il Comune è stato inchiodato alle sue responsabilità, senza se e senza maNesladek non poteva non sapere, dopo oltre cinque anni, che vigevano questi contratti ed avrebbe dovuto provvedere da anni orami a prevenire la situazione di degrado a cui dobbiamo assistere oggi. Nesladek ha speso oltre due milioni di euro prima delle elezioni in contributi a pioggia ma non ha destinato neanche un euro ad adempiere agli impegni del Comune nei confronti delle aree industriali.
Mentre da Palazzo Galatti (a parte la riunione di cui riferisco nel post precedente) ancora tutto tace, da quanto mi hanno comunicato gli uffici comunali il 28 settembre scorso il sindaco Nesladek e alcuni funzionari comunali hanno incontrato il presidente Bruni e il direttore dell’EZIT De Alti e due rappresentanti delle aziende e sarebbero state concordate una serie di iniziative, in parte comuni, al fine di risolvere i problemi sollevati.
Come detto nel post di qualche giorno fa qualcosa è stato fatto ma a questo punto mi aspetto oltreché impegni concreti anche finanziamenti adeguati per assecondare gli interventi segnalati dalle 53 imprese sia al Comune di Muggia che della Provincia per le strade provinciali muggesane continuano ad essere tra le peggiori del territorio provinciale nonostante alcuni interventi di asfaltatura svolti prima della campagna elettorale di un anno fa.

Con la sua proverbiale concretezza Roberto Dipiazza aveva affrontato e risolto il problema fin dai primi mesi del suo mandato di sindaco a Muggia: le strade dell’area industriale dell’EZIT erano abbandonate e buie e si segnalavano spesso la presenza di drogati che abbandonavano siringhe negli angoli più nascosti. Il Comune non poteva spendere denaro su aree che non erano in suo possesso per cui Dipiazza trovò la soluzione: tre convenzioni con l’EZIT con le quali l’ente di via Caboto cedeva gratuitamente il possesso al Comune di Muggia che da parte sua si impegnava a mantenere la destinazione pubblica e ad assumersi la gestione delle infrastrutture (strade, impiannti elettrici e rete gas) sollevando l’EZIT da ogni responsabilità. Io lo ricordo bene perché in quegli anni ho avuto la fortuna di far parte della maggioranza e di suggerire al sindaco molti problemi del territorio che lui non mancava mai di prendere in mano e risolvere.
Finché ci fu il centro destra al governo le cose andarono bene: Dipiazza potenziò l’illuminazione pubblica dell’area industriale a spese del Comune, i drogati sparirono e l’aspetto migliorò decisamente. Ma in questi ultimi anni la situazione è peggiorata di molto: sporcizia, segnaletica orizzontale cancellata, ghiaia ai bordi delle strade, l’erba e gli arbusti infestanti hanno invaso i marciapiedi ed i bordi delle strade e i tombini sono pieni di rifiuti al punto che ad ogni acquazzone si formano numerosi laghetti sulle strade del comprensorio.
Con il completamento della grande viabilità si sperava che il Comune si facesse carico della situazione per la sua parte e la Provincia per la sua ma nulla è stato fatto.

Claudio Grizon
Consigliere del PDL al Comune di Muggia
Capo Gruppo PDL in Provincia di Trieste

ZONA INDUSTRIALE, SUL VERDE QUERELLE GRIZON-NESLADEK

LA NOTA
Preciso che questo articolo è stato redatto su iniziativa del giornale senza che io inviassi un comunicato stampa, ma semplicemente "rubando" le mie dichiarazioni dal mio blog, ma nel frattempo continua ormai da tempo a non voler pubblicare i miei comunicati sugli sprechi della giunta Nesladek (o sull'inadeguatezza dell'amministrazione provinciale della presidente Bassa Poropat) tentando in questo modo di farlo passare come un "eroe senza macchia", ma in realtà così non è: ma noi nulla possiamo rispetto a chi ha il monopolio sull'informazione se non auspicare un po di correttezza.

Da Il Piccolo di martedì 14 febbraio 2012 - Pagina 34 - Cronaca Trieste

Zona industriale, sul verde querelle Grizon-Nesladek

Il consigliere del Pdl: «Ennesina figuraccia del sindaco che scarica tutto sull’Ezit» Replica il primo cittadino: «È stato proprio il presidente Bruni a ringraziarmi»



MUGGIA «Il sindaco Nesladek nei giorni scorsi, pensando di risolvere anche i suoi problemi, e una serie di brutte figure che ha cumulato in questi anni, ha ben pensato di fare un'ordinanza intimando ai proprietari dei fondi prospicienti la viabilità, su cui il Comune ha titolarità e responsabilità, di pulirli da erbacce, arbusti e alberi che dovessero creare intralcio alla viabilità o al passaggio pedonale». Questo è uno dei passaggi più “accesi” del consigliere del Pdl Claudio Grizon intervenuto così contro il sindaco di Muggia Nerio Nesladek e la sua ordinanza emessa per porre rimedio allo stato di degrado di diversi terreni inedificati che si affacciano sulla viabilità pubblica Zona industriale delle Noghere. «In realtà il provvedimento è pertinente e opportuno – ammette Grizon - anche se (Nesladek, ndr) lo ha siglato con colposo ritardo nell'intento di salvarsi la faccia e in secondo luogo di lavarsi le mani della sua inefficienza. Ma tant'è, già che c'era, ha inserito nell'ordinanza anche l'Ezit - stigmatizza Grizon - l'unico ente che ha sempre dimostrato buona volontà ed impegno e che ha abbracciato, ben prima di lui, le rimostranze di oltre 53 imprese operanti alle Noghere che lamentavano lo stato d'abbandono del territorio». Secondo Grizon «è stato il presidente Bruni a contattare Nesladek e a mediare le proteste degli imprenditori nei confronti del Comune nell'intento di risolvere i problemi segnalati con un rilevante supporto di materiale fotografico. Va dato atto che qualche modesto intervento Nesladek lo ha promosso ma dal dire che è tutto risolto siamo ancora molto lontani». E il consigliere pidiellino ricorda la storia della convenzione tra Comune di Muggia ed Ezit: «Con quella faccia il sindaco (Nesladek, ndr) pensa di poter dire e fare quello che vuole ma non è proprio così. Si "dimentica", il nostro "eroe", o fa finta di "dimenticarsi" che, con grande senso di responsabilità, l'allora sindaco Roberto Dipiazza ha sottoscritto con l'Ezit delle apposite convenzioni (tre per la precisione) con le quali il Comune si assumeva, per quanto riguarda la sola viabilità interna alla Zona industriale, la responsabilità tra l'altro della manutenzione delle strade e della segnaletica nonché dell'illuminazione pubblica. Rimanevano fuori e ben chiare però le responsabilità della Provincia sulla viabilità circostante della strada di Fernei dove la presidente Bassa Poropat ha collezionato solo brutte figure». Insomma Grizon, oltre a denunciare «la scorrettezza del sindaco Nesladek che "una ne fa e cento ne pensa", come un bambino pestifero che fa i capricci con la mamma», difende a spada tratta l'Ezit ed in particolare il suo presidente Bruni “che si è tanto prodigato sulla vicenda”. La replica da parte del sindaco Nerio Nesladek? «La settimana appena passata nella riunione del Cda dell'Ezit il presidente Bruni ha chiaramente spiegato come l'ordinanza del Comune faccia parte di un percorso fatto assieme all'Ezit, un protocollo condiviso». Ma non solo. Il sindaco muggesano ha esibito una lettera indirizzata allo stesso Nesladek, datata 20 gennaio e firmata proprio da Dario Bruni. «Caro Sindaco, i miei più sentiti ringraziamenti per l'interessamento e la disponibilità dimostrata nella vicenda sollevata alcuni mesi fa da parte di alcune aziende insediate nel comprensorio in merito “alla pulizia, alla manutenzione e al riordino nella zona industriale del Comune di Muggia”. Ho potuto constatare personalmente con soddisfazione, nel corso di un sopralluogo avuto in questi giorni assieme ad un imprenditore, quanto realizzato dal Comune di Muggia in tempi insperatamente rapidi per il miglioramento della viabilità in valle delle Noghere (vedi l'istituzione del doppio senso di marcia della via Caduti sul Lavoro) ed ho appreso con piacere che anche altre opere verranno realizzate a breve oltre che in via Caduti sul Lavoro anche in via Flavia di Stramare». Firmato, con i “migliori saluti”: il presidente dell'Ezit, Dario Bruni.

giovedì 9 febbraio 2012

NESLADEK CRITICA L'EZIT MA LA RESPONSABILITA' DELL'INCURIA NELLA ZI DELLE NOGHERE E' SUA E DELLA PRESIDENTE POROPAT

MUGGIA - Nei giorni scorsi il sindaco Nesladek si è permesso di "rampognare" l'EZIT attribuendo all'ente presieduta da Dario Bruni le maggiori responsabilità dello stato di abbandono, della sporcizia, dell'incuria, del mancato taglio dell'erba e degli alberi al bordo della strada in tutta la ZI delle Noghere.
Con quella faccia il sindaco pensa di poter dire e fare quello che vuole ma non è proprio così. Si "dimentica", il nostro "eroe", o fa finta di "dimenticarsi" che, con grande senso di responsabilità, l'allora sindaco Roberto Dipiazza ha sottoscritto con l'EZIT delle apposite convenzioni (tre per la precisione) con le quali il Comune si assumeva, per quanto riguarda la sola viabilità interna alla ZI, la responsabilità tra l'altro della manutenzione delle strade e della segnaletica nonché  dell'illuminazione pubblica.
Rimanevano fuori e ben chiare però le responsabilità della Provincia sulla viabilità circostante della strada di Fernei dove la presidente Bassa Poropat ha collezionato solo che brutte figure. 

Nesladek nei giorni scorsi, pensando di risolvere anche i suoi problemi, e una serie di figure di m... che ha cumulato in questi anni,  ha ben pensato di fare un'ordinanza intimando ai proprietari dei fondi prospicenti la viabilità su cui il Comune ha titolarità e responsabilità di pulire i propri fondi da erbacce, arbusti e alberi che dovessero creare intralcio alla viabilità o al passaggio pedonale.

In realtà il provvedimento è pertinente e opportuno, anche lo ha siglato con colposo ritardo nell'intento di salvarsi la faccia e in secondo luogo di lavarsi le mani della sue inefficienza. 
Ma tant'è, già che c'era, ha inserito nell'ordinanza anche l'EZIT, l'unico ente che ha sempre dimostrato buona volontà ed impegno e che ha abbracciato, ben prima di lui, le rimostranze di oltre 53 imprese operanti alle Noghere che lamentavano lo stato d'abbandono del territorio.
Va detto che è stato il presidente Bruni a contattare Nesladek e a mediare le proteste degli imprenditori nei confronti del Comune nell'intento di risolvere i problemi segnalati con un rilevante supporto di materiale fotografico.
Va dato atto che qualche modesto intervento Nesladek lo ha promosso ma dal dire che è tutto risolto siamo ancora molto lontani, basta vedere le foto a lato. Intanto l'EZIT si becca questa ordinanza che creerà non poco imbarazzo all'ente di via Caboto ed in particolare del suo Presidente Bruni che si è tanto prodigato sulla vicenda. Vedremo gli sviluppi.
Per il momento registriamo anche sue questo fronte la scorrettezza del sindaco Nesladek che "una ne fa e cento ne pensa", come un bambino pestifero che fa i capricci con la mamma.




Claudio Grizon
Consigliere del PDL al Comune di Muggia
Capo Gruppo del PDL in Provincia di Trieste

domenica 25 settembre 2011

"NOGHERE NEL DEGRADO" - LA PROTESTA DI 53 IMPRESE

Da Il Piccolo del 25 settembre - Trieste Cronaca Provincia

«Noghere nel degrado» 
La protesta di 53 imprese

Lettera di denuncia inviata a Comune di Muggia, Provincia, Ezit e Regione Sotto accusa la viabilità precaria e l’assenza totale di manutenzione del verde


MUGGIA - Pulizia, manutenzione e riordino della viabilità della Zona industriale del territorio di Muggia. Esattamente 53 aziende in zona Noghere, esasperate dalla situazione di degrado e abbandono dell'area, hanno deciso di fare fronte comune inviando una lettera a Comune di Muggia, Provincia, Ezit e per conoscenza all'assessorato alla Viabilità regionale. «Ormai da diversi anni siamo costretti a constatare che gli interventi di pulizia e manutenzione del manto stradale, caditoie, degli scarichi dell'acqua piovana, il riordino della viabilità e della segnaletica orizzontale e verticale nell'ambito dell'area della zona industriale delle Noghere sono assolutamente inesistenti o comunque inadeguati a garantire decoro, funzionalità e sicurezza quantomeno sufficienti», recita il documento firmato tra gli altri dal portavoce delle aziende Milan Velikonja.
Nel mirino delle 53 aziende sono finiti in particolare la strada provinciale di Farnei, che dall'intersezione con la via di Trieste porta alla rotonda che collega ai valichi di Rabuiese e Plavie, l'ex strada statale (ora provinciale) via Flavia di Stramare che prosegue verso Trieste fino all'ingresso nella galleria di Aquilinia e tutta la viabilità interna alla Zona industriale e quindi le via di Saline, Caduti sul Lavoro, San Clemente, Martinelli, Caduti della Ramb e la strada dei Laghetti. «Al fine di suffragare le nostre affermazioni con i fatti, per altro inconfutabili e sotto gli occhi di tutti, abbiamo raccolto documentazione fotografica utile a comprovare il degrado e l'abbandono di questo territorio da parte delle istituzioni competenti», prosegue il documento. Seppur utili, nel corso degli anni, le segnalazioni dei cittadini, nonché «le iniziative e prese di posizione sulla stampa di qualche avveduto amministratore pubblico non sono state purtroppo sufficienti ad accrescere nei responsabili degli Enti interessati e competenti la sensibilità e l'interesse a risolvere definitivamente tale degrado». Pertanto, considerato che i firmatari delle presente rappresentano alcune delle aziende che hanno sede e svolgono la propria attività in tale ambito «e pagano conseguentemente le tasse e le imposte dovute, avendo a cuore la sicurezza ed il decoro della zona, ritengono di aver titolo per rappresentare agli Enti in indirizzo il proprio disagio e malcontento per la situazione finora sopportata e per chiedere che siano assunte iniziative risolutive».
A tale fine le aziende hanno avanzato la richiesta di un incontro urgente con i tre enti coinvolti ossia Comune di Muggia, Provincia ed Ezit. Sarà interessante ora capire come gli intestatari della missiva reagiranno alle richieste avanzate dalle 53 aziende stufe di promesse mai mantenute.

domenica 3 luglio 2011

GRIZON E ROMITA (PDL): BENE COSOLINI MA LA BASSA POROPAT ASSENTE SU DISOCCUPAZIONE E SVILUPPO

Fa bene il sindaco Roberto Cosolini ad occuparsi delle questioni Ferriera e Sertubi,  incontrando i sindacati, partecipando all’incontro previsto al ministero e annunciando nel contempo l’obiettivo chiedere un accordo di programma con il governo.
Purtroppo però dobbiamo constatare come la presidente Maria Teresa Bassa Poropat sembri ancora una volta assente e non protagonista assieme al sindaco, quantomeno sugli aspetti che afferiscono al ruolo della Provincia, ovvero le politiche del lavoro e lo sviluppo del territorio, per il quale qualche settimana prima delle elezioni con l’ex vice presidente Godina ha speso oltre 50 mila euro per un’inutile conferenza economica.
Vorremmo che la Provincia possa finalmente essere utilmente presente e propositiva, e non ricondotta dall’attivismo del sindaco Cosolini ad un ruolo di secondario o di comparsa, su temi come quelli dell’occupazione e dello sviluppo economico.
Auspichiamo poi che l’incontro tra le organizzazioni sindacali, sindaco e capigruppo previsto per domani in Comune possa essere replicato anche in Provincia quanto prima, al fine di poter individuare percorsi istituzionali sinergici.
Sulle emergenze che riguardano il lavoro e l’occupazione riteniamo che dovrebbe essere promosso un tavolo provinciale anche per cercare di monitorare e dare risposte adeguate anche ai circa 200 lavoratori interinali dell’Alcatel, ai 120 di Sincrotrone Trieste, ai 100 del fallimento Diaco fino a 28 della Graphart. 
Le risposte alle situazioni di crisi occupazionale però non posso essere sempre e solo quelle degli ammortizzatori sociali: serve uno sforzo comune anche per sbloccare una volta per tutte la questione del Sito Inquinato d’interesse nazionale, sulla quale si è impegnato l’EZIT, al fine di offrire la possibilità alle aziende di ampliarsi o di insediarsi nelle aree industriali triestine e per portare nuove attività produttive o industriali in quanto l’ultima grande azienda arrivata a Trieste, grazie al centro destra, è stata Pasta Zara ai tempi della precedente giunta Tondo.

Claudio Grizon

Capo Gruppo PDL in Provincia di Trieste


Massimo Romita 
Vice Capo Gruppo PDL in Provincia di Trieste

mercoledì 5 gennaio 2011

AFFIDATA ALLE TELECAMERE LA CACCIA AI LADRI DI MUGGIA

Da Il Piccolo del 5 gennaio 2011 - Pagina 18 - Trieste

INTANTO L’OPPOSIZIONE CHIEDE PROVVEDIMENTI URGENTI PER GARANTIRE LA SICUREZZA

Affidata alle telecamere la caccia ai ladri di Muggia
La Polizia sta visionando i filmati per risalire agli autori del colpo alla Welding Montaggi


MUGGIA - Gli agenti del commissariato di polizia di Muggia visioneranno i filmati che potrebbero aver ripreso i ladri mentre si introducevano nell’area della Welding Montaggi. Il furto di attrezzi elettrici di valore, di una Citroen C2 utilizzata solitamente come auto di servizio, di un centinaio di francobolli e di una manciata di euro è avvenuto nella notte fra domenica e lunedì scorsi nella sede dell’azienda in strada Monte d’oro 7.
La sezione muggesana della polizia fa sapere infatti che, nell’ambito delle proprie indagini sul caso, saranno analizzate con attenzione le immagini riprese dalle telecamere dell’Ezit attive nella zona. Il tutto per tentare ovviamente di risalire ai responsabili dell’incursione notturna, fruttata 50mila euro secondo le stime riferite dall’azienda. Stando alla ricostruzione fornita dal commissariato di Muggia, i malintenzionati erano riusciti a forzare con un cacciavite un cancello esterno della ditta per entrarvi poi all’interno e mettere a segno il colpo.
Intanto l’opposizione punta il dito contro l’amministrazione comunale, ritenuta responsabile di sottovalutare il crescendo della criminalità, e chiede l’inserimento di nuove telecamere nella zona delle Noghere. «Ormai quelli che erano fortunatamente episodi isolati hanno assunto una frequenza preoccupante - esordisce Claudio Grizon, consigliere del Pdl a Muggia -, non consentendo più alle istituzioni di demandare le soluzioni solo alle forze dell’ordine. Bisogna rispondere a questa serie di furti con una assunzione di responsabilità collettiva che coinvolga anche gli enti locali e l’Ezit». Era prevedibile, stando a Grizon, che con l’apertura del confine con la Slovenia e la diminuzione dei controlli «il rischio di un’intensificazione delle criminalità non fosse solo una probabilità ma quasi una certezza e i fatti purtroppo lo stanno confermando». Il pidiellino ricorda che proprio in occasione delle festività di Natale del 2007 era stata rubata l’autovettura di don Serafin, parroco di Muggia Vecchia, e che nell’asilo delle suore Canossiane di Aquilinia erano entrati i ladri.
«Dopo la caduta dei confini - prosegue - sono stati rubati dei camion a una ditta che si occupa di movimentazione terra, poi vi sono stati altri furti di attrezzature nelle aziende della zona industriale fino a quelli più recenti, verificatisi nel corso di dicembre. Sappiamo che Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza fanno molto bene il loro lavoro ma adesso servono azioni incisive e di prevenzione».
«Urgono - conclude Grizon - iniziative di controllo che contribuiscano a garantire non solo la percezione ma anche la certezza di una maggior sicurezza sul territorio. Dove non arrivano le forze dell’ordine forse possono arrivare le telecamere: la zona industriale delle Noghere è facilmente controllabile con una rete di telecamere per cui credo non sia più tempo di indugiare ancora. Con poche risorse potremmo intervenire subito con efficacia collegando i monitor delle telecamere al commissariato di Muggia che specie nelle ore notturne avrebbero facilmente la zona sotto controllo». (m.u. e t.c.)

lunedì 18 gennaio 2010

UN CAVALLETTO "MONUMENTO" SULLE BUCHE DI VIA CADUTI SUL LAVORO

Ecco il cavalletto, "monumento" all'inefficenza delle pubbliche amministrazioni, che qualcuno ha posto sulla via Caduti sul Lavoro a guardia di alcuni buchi sulla carreggiata martoriata dal traffico pesante nazionale ed internazionale.
Ovviamente il cavalletto è pericoloso perchè è posto al centro della strada che è molto trafficata e costituisce un restringimento improvviso non adeguatamente segnalato. Ovviamente è stato posto li da settimane e nessuno si è premurato per far intervenire una ditta per raschiare il fondo stradale e sanare le buche che avranno contribuito a sconquassare gli ammortizzatori di molte autovetture e le forcelle di molti motorini.
Immagino che i vigili ne sapranno qualcosa... Comunque la strada, che è in area Ezit, potrebbe essere riparata forse non più di 2000 euro.
Evidentemente Nesladek, la sua giunta e forse neanche il comandante dei vigili
non passano mai su quella strada per cui per chissà quanto tempo per loro potrebbe rimanere in questa situazione. A prescindere delle competenze il Comune avrebbe dovuto far intervenire una ditta per far riparare la strada. Ovviamente faremo una interrogazione al sindaco che probabilmente ci spiegherà che non è sua competenza...

lunedì 23 novembre 2009

DIPIAZZA HA RAGIONE L’EZIT E’ UN ENTE INUTILE CHE VA CHIUSO

Grizon F.I. - PDL: il caso del binario abbandonato è solo un esempio dell'inutilità dell'Ezit

“Il sindaco Roberto Dipiazza ha ragione, finalmente qualcuno che ha il coraggio di dire che l’Ezit è ormai un ente inutile”.


E’ questo il commento di Claudio Grizon, capo gruppo di Forza Italia in provincia e consigliere a Muggia, alle dichiarazioni del primo cittadino di Trieste sul ruolo dell’Ezit.

“L’amico Roberto ha finalmente detto quello che molti pensano da tempo – aggiunge Grizon – in quanto è impensabile che oggi l’Ezit mantenga ancora competenze urbanistiche, che dovrrebbero andare al Comune, di pianificazione che dovrebbero andare alla Provincia e autorizzative che potrebbero essere curate dalla Camera di Commercio, accanto a quelle della gestione del patrimonio immobiliare che potrebbe essere affidato a un’agenzia o a una società apposita e più snella”.


La vicenda del binario morto – prosegue il capo gruppo forzista - era prevedibile fin dalla sua realizzazione in quanto si tratta di una linea non elettrificata e senza fermate a servizio di un’area industriale che se non fosse per la presenza di Pasta Zara e dell’industria tessile assumerebbe piuttosto le caratteristiche di area artigianale e commerciale”.


“Quella del presidente Mauro Azzarita poi – sottolinea il consigliere – è una difesa d’ufficio di un ente che a suo tempo, complice Riccardo Illy presidente della Regione, si è messo in contrapposizione a Comune e Provincia anche sulla questione della gestione delle caratterizzazioni e del recupero delle aree da bonificare che, al di la dello scaricabarile del presidente, sono questioni ancora da risolvere”.


Quella linea ferroviaria oltretutto a binario unico – conclude Grizon - è nata dimensionata su uno sviluppo che non c’è stato e che probabilmente non ci sarà mai anche perché la questione della metropolitana leggera tanto cara alla Poropat è economicamente insostenibile”.


Quindi – esorta Grizon - invito il sindaco Dipiazza a non mollare la posizione che ha assunto e a sensibilizzare il presidente Renzo Tondo sull’opportunità di legiferare al fine di chiudere l’Ezit attribuendo alle istituzioni triestine le sue competenze”.

IL BINARIO MORTO DELLA ZONA INDUSTRIALE


Da Il Piccolo del 23 novembre 2009 – Pagina 1
IL BINARIO MORTO DELLA ZONA INDUSTRIALE
Sempre deserto lo scalo costato 50 miliardi di lire. Il sindaco: chiudiamo l’Ezit


Tosques a pagina 8

TRIESTE Un volume di traffico merci pressoché nullo al quale fanno ancora da eco investimenti di denaro pubblico per una cinquantina di miliardi di vecchie lire. Questa la situazione della rete ferroviaria presente nella zona industriale di Trieste, rete composta perlopiù da binari inutilizzati, rete sempre più fagocitata dallo spostamento su gomma, più impattante da un punto di vista ambientale, ma allo stesso tempo meno dispendioso da un punto economico. E Il sindaco Dipiazza attacca: «L'Ezit è un ente inutile costituito nel 1949 dagli americani ma oggi non ha più senso di esistere e che dovrebbe essere chiuso». La bordata arriva del sindaco non si presta a fraintendimenti: l'Ezit deve cessare la propria attività.


Da Il Piccolo del 23 novembre 2009 - Pagina 8 – Trieste

DOVEVA ESSERE UNO SBOCCO PER LA ZONA INDUSTRIALE, MA LE TARIFFE DI TRENITALIA SONO ALTE - LO SPRECO - LE STRATEGIE


Lo scalo ferroviario, costato circa 50 miliardi di lire, non viene sfruttato

De Alti: «Investimenti che facevano parte di un progetto a più ampio raggio poi mai realizzato»

A dieci anni dalla inaugurazione, pochi mesi fa spesi quasi 100 mila euro per una pensilina

di RICCARDO TOSQUES

Un volume di traffico merci pressoché nullo al quale fanno ancora da eco investimenti di denaro pubblico per una cinquantina di miliardi di vecchie lire. Questa la situazione della rete ferroviaria presente nella zona industriale di Trieste, rete composta perlopiù da binari inutilizzati, rete sempre più fagocitata dallo spostamento su gomma, più impattante da un punto di vista ambientale, ma allo stesso tempo meno dispendioso da quello economico.
STAZIONE DELLE NOGHERE. A pochi metri dal torrente Ospo un cancello verde sbarra l'ingresso ad un edificio in mattoni rossi le cui tapparelle sono tutte abbassate. Intorno il silenzio regna sovrano e la foschia di queste giornate d'autunno rendono l'atmosfera ancora più spettrale. Sono trascorsi poco più di 10 anni da quando venne inaugurata in pompa magna la stazione delle Noghere, l'ultimo dei tasselli di un mosaico mai realmente composto, un “gioiellino” inserito in un più ampio lotto costato oltre 6 miliardi delle vecchie lire. Era esattamente il giugno del 1999 quando da Campo Marzio un treno partì alla volta di Muggia percorrendo la parte Est della provincia di Trieste.
All'epoca la stazioncina - che qualcuno aveva già catalogato come una cattedrale nel deserto - era vista come un possibile punto di riferimento per il trasporto delle merci all'interno della zona industriale. Ma non solo. Il progetto della metropolitana leggera avrebbe potuto sicuramente contare su questa struttura anche per un eventuale trasporto persone. A 10 anni di distanza però la stazione giace chiusa ed inutilizzata. Eppure qualche mese fa, a pochi metri di distanza dall'edificio in questione, è stata realizzata una pensilina con banchina per carico e trasbordo merci gomma-rotaia. Costo dell'operazione? Quasi 100 mila euro.
INFRASTRUTTURE. Il collegamento ferroviario fra la stazione di Aquilinia e la Valle delle Noghere, la travata metallica sovrastante la via Flavia, lo scavo con la galleria suddivisa in due tronchi posta sotto Aquilinia, tutto l'armamento ferroviario che costituisce la linea a cielo aperto che percorre la valle delle Noghere e poi, dulcis in fundo, la stazioncina. Tra l'inizio degli anni '70 e la fine degli anni '90 l'area è stata al centro di uno sviluppo infrastrutturale decisamente imponente con l'obiettivo di creare un collegamento ferroviario in tutta la valle delle Noghere. Una vera e propria visione strategica portata avanti dall'Ezit a suon di denaro. «Credo che complessivamente siano state investite alcune decine di miliardi di lire», spiega l'attuale direttore generale dell'Ezit Paolo De Alti, «investimenti che facevano parte di un progetto ad ampio raggio che sicuramente non si è sviluppato come avrebbe dovuto, ma non certo per colpa nostra».
Attualmente però - come spiega De Alti - ad utilizzare la rete ferroviaria sono soltanto “Pasta Zara” che ha qualche collegamento con l'Europa dell'Est, ed “Italcementi” che proprio qualche mese fa, in aprile, ha fatto una sperimentazione per mandare del cemento in Romania. Insomma: decisamente troppo poco.
GOMMA BATTE BINARI. Il dg De Alti non ha dubbi: per quanto concerne il trasporto merci «la strategia dell'Ezit si è scontrata fortemente con la strategia di Trenitalia che ha deciso di mandare fuori mercato i raccordi ferroviari di questo tipo. Basti pensare - aggiunge De Alti - che proprio poco tempo fa Rfi ha chiesto alle singole ditte di adottare un canone medio annuo di 50 mila euro per le strutture ferroviarie esistenti, a ulteriore riprova di come non si voglia essere concorrenziali con il trasporto su gomma che di fatto ha oramai surclassato le ferrovie».
Quale il futuro di quest'area? De Alti si è congedato con una provocazione: «Se la stazione delle Noghere e tutti gli altri raccordi rimarranno ancora coperti di erbe, magari tra qualche anno nel piazzale davanti alla stazione faremo un nuovo stabilimento industriale».


Da Il Piccolo del 23 novembre 2009 - Pagina 8 - Trieste

DIPIAZZA: COLPA DELL’EZIT. È DA CHIUDERE
AZZARITA: RESPONSABILITA’ ANCHE SUE
SI SCATENA LA POLEMICA SULLE INFRASTRUTTURE INUTILI

«L'Ezit è un ente inutile costituito nel 1949 dagli americani ma oggi non ha più senso di esistere e dovrebbe essere chiuso». La bordata arriva dal sindaco Roberto Dipiazza, il quale non usa non usa mezzi termini. L'Ezit, secondo il suo pensiero, deve cessare la propria attività.
«L'esempio più lampante dell'inutilità di questo ente è la stazione ferroviaria di Muggia - prosegue Dipiazza - un monumento dedicato al nulla costato decine di miliardi delle vecchie lire, che quando ero sindaco di Muggia avevo criticato da subito tanto è vero che tale progetto in dieci anni di vita non ha mai visto arrivare un treno o un cliente».
Alle accuse mosse da Dipiazza la replica dell'Ente zona industriale di Trieste è arrivata da parte del presidente Mauro Azzarita: «Se l'Ezit è un ente inutile come sostiene il sindaco Dipiazza lo si deve anche a lui poiché quando era sindaco di Muggia non aveva sostenuto l'accordo di programma per la bonifica e la riqualificazione del Sito d'interesse nazionale che avrebbe consentito la crescita delle aziende con un conseguente ampliamento delle potenzialità dell'ente».
Azzarita ha poi aggiunto che «quando era primo cittadino di Muggia Dipiazza voleva che a pagare per la bonifica fossero le singole aziende e non un ente pubblico, un fatto che ha bloccato poi lo sviluppo di tutta l'area in questione».
Per quanto concerne la stazione ferroviaria di Noghere, invece, Azzarita ha sottolineato come essa «in futuro potrebbe essere seriamente impiegata, anche se in effetti l'utilizzo attuale della rete ferroviaria presente nella zona industriale non si può definire soddisfacente, anche se non è del tutto assente».
Come evidenziato anche dal direttore generale De Alti, il presidente Azzarita ha rimarcato che il problema «potrebbe essere risolto se la politica tariffaria imposta dalle Ferrovie italiane non fosse così proibitiva e poco concorrenziale come quella attuale che di fatto condanna il trasporto delle merci su binari favorendo quello su gomma». (r.t.)