martedì 14 maggio 2013

10 MILA EURO PER TRADURRE IN SLOVENO IL “PIANO DI ZONA”

Grizon Pdl): rispetto i diritti degli sloveni ma di questi tempi non mi sembra proprio una priorità 

La traduzione in sloveno del Piano di Zona dei servizi per l’Ambito Socio Assistenziale di Muggia e San Dorligo della Valle costerà ben 10.000 euro. Nei giorni scorsi la responsabile dell’Ambito ha affidato ( con determina dd. 10.05.2013 n.422) la traduzione degli atti del Piano e dei suoi allegati all’Istituto Sloveno di Ricerche, con sede in via Beccaria a Trieste, che secondo gli uffici “risulta essere il soggetto più qualificato ad assumere tale incarico”. 
Secondo il contratto il Piano sarà tradotto e consegnato al Comune di Muggia entro il prossimo 30 maggio. "Mi chiedo se non si poteva soprassedere alla traduzione del Piano in sloveno – commenta il consigliere comunale del Pdl Claudio Grizon e già assessore alle politiche sociali della Provincia – in quanto si tratta di documenti tecnici che definiscono le tipologie e la rete dei servizi socio assistenziali che i due Comuni si propongono di assicurare ai loro cittadini da qui al 2015 e non di informazioni da divulgare obbligatoriamente in modo capillare”. 
“Oltretutto per la traduzione non saranno utilizzate risorse finalizzate, derivate dall’applicazione della legge 38/2001 sulla tutela della minoranza slovena, – spiega il consigliere Grizon – ma risorse residue del 2010 della Regione destinate originariamente ad “interventi di adeguamento tecnico ed organizzativo” per l’Ambito socio assistenziale che avrebbero potuto essere utilizzate anche per altre esigenze più utili e cogenti”. 
"Non sono contrario alla tutela dei diritti di quanti si ritrovano nella comunità di lingua slovena – prosegue Grizon – ma devo dire che di questi tempi spendere 10 mila euro per tradurre pacchi di documenti che sono destinati alla Regione, ai Comuni e ad alcune organizzazioni che gestiscono o si occupano di servizi sociali, con tutto il rispetto, di questi tempi non mi pare proprio una priorità”.
Da un lato le amministrazioni comunali si lamentano delle ristrettezze di risorse – conclude Grizon – e dall’altro non sono in grado di razionalizzare le proprie spese secondo criteri di economicità ed efficienza che privilegino le vere esigenze dei cittadini piuttosto di adempimenti burocratici e formali che in questo caso serviranno solo a moltiplicare la spesa per documenti che saranno riposti in qualche armadio polveroso considerato che l’italiano lo conoscono tutti”.

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