Il Demanio propone strutture e terreno agricolo dell’ex valico di Cerei. Il Comune di Muggia: «Ok la messa in sicurezza»
di Riccardo Tosques
MUGGIA Patrimonio storico da valorizzare o manufatti ingombranti senza più alcun futuro? La sorte degli edifici degli ex valichi di frontiera rimane uno dei punti più aperti e interessanti su quello che rappresenta l’avvento di Schengen e il conseguente pensionamento dei vecchi posti di blocco.
L’argomento è tornato in auge a Muggia in seguito all’avviso del Demanio che ha deciso di provare a mettere in affitto le due garitte situate sull’ex valico di Cerei. Gli edifici che per una cinquantina di anni hanno costituito il posto di blocco n.14 hanno complessivamente una dimensione pari a 21 mq con relativa pertinenza esterna pari a circa 100 mq coltivati a vigneto. Sia la struttura che il terreno agricolo appartengono al Patrimonio dello Stato. Da qui la proposta dell’Agenzia del Demanio-Direzione regionale Friuli Venezia Giulia che la struttura, “previa messa in sicurezza a carico del locatario delle garitte, dato il pessimo stato conservativo delle stesse”, venga locata per sei anni con un canone annuo di 370 euro, con destinazione rigorosamente a uso agricolo/deposito.
Concretamente c’è da chiedersi chi potrebbe essere interessato a fare un simile “affare”. Da parte sua l’assessore ai Lavori pubblici di Muggia Marco Finocchiaro sembra allargare le braccia: «Il Comune non può altro che prendere atto della mossa del Demanio, auspicando una sistemazione sia per questioni di decoro che di sicurezza, valutando in subordine la demolizione per ricondurre i terreni ad usi agricoli». La zona, grazie al progetto transfrontaliero Tradomo, è stata recentemente riqualificata, e proprio vicino al sito delle due garitte è stato realizzato un passaggio pedonale protetto per consentire ai pedoni di attraversare la sede stradale in sicurezza e per indurre gli autoveicoli a rallentare la velocità e rispettare la zona 30 appena istituita.
Dall’opposizione il consigliere comunale Claudio Grizon (Pdl) teme invece qualche colpo di mano del Comune: «Leggendo l’avviso vien da chiedersi il senso dell’operazione. Chi può avere l’interesse di prendere in affitto per sei anni, seppur per soli 370 euro annui, quelle garitte che lo stesso Demanio riconosce in “pessimo stato conservativo” a mero uso agricolo o per deposito? Spero solo che l’amministrazione comunale, dopo aver preso in affitto anni fa le baracche dell’ex valico di Lazzaretto a 7mila euro all’anno, un vero spreco perché abbandonate e mai utilizzate, non s’inventi qualche progetto assurdo da cui risulti l’indispensabilità di quei ruderi appena da restaurare». L’auspicio di Grizon è quello di un clamoroso dono da parte del Demanio: «Spero proprio che l’avviso non abbia riscontro alcuno e che il Demanio si adoperi invece per abbattere le garitte e per sistemare a verde l’area cedendola gratuitamente al Comune».
A distaccarsi da queste visioni è invece l’assessore Stefano Decolle che auspica tutt’altro che l’abbattimento: «L’ex valico di Cerei fa parte della nostra storia, quella identità di confine che è giusto che non venga dimenticata ma valorizzata. A tale proposito faccio un appello a ragionare sulla prospettiva di chi potrebbe essere interessato a riqualificare l’area, magari associazioni da sempre attive sul territorio quali il Rotary o la Fameia Muiesana». Il concetto è chiaro e condivisibile: molte testimonianze del passato sono andate perdute. Proseguire su questo sentiero dell’abbattimento della memoria significherebbe, ancora una volta, cancellare un pezzo di ciò che per decenni ha contraddistinto, nel bene e nel male, la storia e la vita quotidiana di Muggia e dei muggesani.
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