sabato 2 ottobre 2010

SONDAGGI / MAGGIORANZA PDL-LEGA IN ASCESA

Da Il Mattinale del 1 ottobre 2010 diffuso dal Coordinamento Nazionale del PDL

Sondaggi/Maggioranza PdL-Lega in ascesa

Oggi due quotidiani, La Stampa e Libero, hanno pubblicato i risultati dei sondaggi sulle intenzioni di voto realizzati a cavallo dell’appuntamento parlamentare del 29 settembre.
Sono i primi sondaggi attendibili, dopo quelli dei mesi di agosto e prima metà di settembre, effettuati nel mezzo delle polemiche sulla “casa di Montecarlo”, del resto presentati con prudenza dagli stessi istituti che li realizzavano. In quei sondaggi “estivi”, tanto per fare qualche esempio, il Popolo della Libertà era calato al 27-28% mentre un’ipotetica “alleanza centrista” veniva data al 20%.
La ripresa dell’attività politica nella seconda metà di settembre, coagulatasi nella “verifica” della maggioranza fissata da Silvio Berlusconi per il 29 e 30 settembre alla Camera e al Senato, ha consentito ai sondaggisti di fare il loro lavoro in acque tornate un po’ alla calma.
Sia l’Istituto Piepoli sia Euromedia di Alessandra Ghisleri hanno rimesso le cose a posto per il Pdl, valutato al 32% (e forse più), altro che il 27% secondo le valutazioni ferragostane. Il che, tradotto in seggi se si votasse oggi, significherebbe un aumento netto dagli attuali 235 (senza i finiani) a 259. Un dato più che rassicurante per Berlusconi sia che il Governo vada avanti e la maggioranza tenga, sia che si vada alle urne in tempi brevi. L’intervento del Premier alla Camera ha consolidato il consenso intorno alla sua persona e al significato politico della sua leadership. Non è quindi una battuta propagandistica la sua, quando ha detto che la maggioranza parlamentare è cresciuta.
Tutti i sondaggisti sono d’accordo nel ritenere la Lega in aumento di consensi, ma si passa da uno stimato 11% (Piepoli) al 14% (Ghisleri). Tradotto in seggi, la Lega passerebbe dagli attuali 59 a 87 deputati.
Ciò significa che, insieme, Pdl e Lega otterrebbero la maggioranza sia alla Camera che al Senato, smentendo quei sondaggi estivi che davano Palazzo Madama senza maggioranza.
Restano depresse, e concordi, le valutazioni sulle intenzioni di voto per il Partito democratico, collocato tra il 25 e il 27%, segno che la segreteria Bersani, se è riuscita a frenare l’emorragia, non ha stimolato la ripresa dei consensi. Si aggiunga un modesto 6% attribuito all’Idv di Antonio Di Pietro, in calo rispetto a quell’8% che fino a qualche mese fa le veniva assegnato. Con la conseguenza che l’attuale alleanza di opposizione – Pd e Idv – scenderebbe dagli attuali 226 deputati a 190. Se nel Pd si tiene conto dei sondaggi, risulta chiara la sua riluttanza ad andare al voto, nonostante le dichiarazioni unanimi di facciata “siamo pronti”.
Un 4% viene assegnato alla Sel (Sinistra e libertà) di Vendola e altrettanto al Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo che, superando la soglia del 4%, otterrebbero ciascuno 18 deputati. Tolti principalmente, secondo i sondaggisti, all’Idv e al Pd. Un 3-4% viene assegnato anche a Fli, il partito dei finiani che, formalmente, ancora non c’è e sul quale la forbice è abbastanza ampia. Secondo il sondaggista dell’Ipr Marketing, Fini avrebbe perso consensi dopo avere deciso di votare la fiducia, ma il giudizio è condizionato alle concrete decisioni sui singoli provvedimenti legislativi che verranno presi. Tiene l’Udc al 7% che, se si presentasse insieme all’Api di Francesco Rutelli, potrebbe raggiungere l’11% e 76 deputati: un dato presumibilmente gonfiato se si considera che all’Api viene assegnato appena l’1% e, da alcuni, anche meno.
In conclusione, ciò che risulta chiaro dai sondaggi è che l’alleanza Pdl-Lega tiene bene non solo sul piano politico-parlamentare, ma anche presso l’opinione pubblica. Le polemiche interne alla maggioranza, in altre parole, non hanno diminuito la sua credibilità, anche grazie ai contenuti programmatici dei due interventi di Berlusconi alla Camera e al Senato. La stessa cosa, invece, non si può dire dell’opposizione, che dalle dispute interne, chiaramente interpretate come personalistiche, ha visto diminuire i propri consensi e quindi la propria credibilità.

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