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mercoledì 11 novembre 2015

"SALVAGUARDARE E RILANCIARE LA CARTIERA DI DUINO"


I capigruppo della Provincia di Trieste lanciano l'appello alla proprietà della Cartiera Burgo 

Considerate le drammatiche recenti notizie sulla decisione della direzione della cartiera Burgo di chiudere un'ulteriore linea - la Linea n.2 - di produzione dell'impianto sito a San Giovanni di Duino-Štivan, facciamo un appello alla proprietà della Cartiera Burgo di riconsiderare le proprie posizione e attivarsi per salvaguardare e rilanciare l'impianto stesso. In questa ottica auspichiamo che gli sforzi della proprietà vengano indirizzati verso parziali riconversioni dello stabilimento, atte al suo rilancio con conseguente consolidamento e mantenimento dei livelli occupazionali.

Ricordiamo che Istituzioni quali Regione, Provincia di Trieste e Comune di Duino Aurisina sono sempre state vicine alle proprietà susseguitesi della cartiera Burgo, non solo moralmente, ma anche tangibilmente con azioni che hanno permesso ogni innovazione ed ogni facilitazione operativa. Ad ogni richiesta dell'azienda, sono giunte sempre risposte precise. 

Citiamo, ad esempio, le varianti al Piano regolatore per la ristrutturazione dell'impianto energetico (turbine a gas) con l'ottenimento di tutti i permessi connessi in pochi mesi, la rivisitazione degli accordi sugli impegni di impatto ambientale e gli accordi sulla corresponsione di oneri finanziari comunali. Questi solo alcuni degli interventi a fronte di assicurazioni di continuità operative. 

Ci preoccupa, in tale contesto, la mancata risposta da parte della proprietà in ordine di strategia industriale, considerato che si è limitata ad annunciare solo i licenziamenti. 

Invitiamo quindi la presidente della Provincia Bassa Poropat e la giunta ad affiancarsi alle azioni già messe in atto dalla Regione al fine di chiedere al Governo la convocazione della Cartiera Burgo ad un tavolo di crisi nazionale, come avvenuto per la Ferriera, al fine di sospendere le lettere di licenziamento e di esaminare il nuovo piano industriale.

La cartiera del Timavo è una realtà industriale di fondamentale importanza per tutta la Venezia Giulia che attualmente impiega 372 addetti, che arrivano a oltre 500 se si considera anche l’indotto. L'impianto industriale vanta una posizione logistica eccellente, sia in quanto a disponibilità d’acqua, sia in quanto interconnesso su rotaia, su mare e su gomma alle principali direttrici commerciali del Nord Est europeo e del Mediterraneo. 

Dal punto di visto produttivo l’impianto duinese rappresenta ben due delle quattro linee più performanti del Gruppo Burgo ed è un sito integrato che produce la materia prima ‘Pasta Legno’, fornendola a sua volta anche all’impianto di Villorba (TV) e che con le proprie due turbogas è in grado di produrre ben 100 MW/h di energia di elettrica che immette sul mercato.

Il sito di Duino, dal 2001 a oggi, ha già pagato una diminuzione di oltre 400 addetti, con una riduzione delle linee produttive da tre a due, ricorrendo a contratti di solidarietà, riduzioni dell’orario di lavoro e molti altri sacrifici. 

I lavoratori hanno dimostrato la più buona volontà e disponibilità a ricercare assieme alla proprietà le soluzioni migliori affinché l’impianto industriale possa conciliare le esigenze di carattere occupazionale e, naturalmente, quelle di carattere produttivo.

Per tutti questi motivi seguiremo con la massima attenzione gli sviluppi della vicenda affinché venga salvaguardata questa importante realtà economica patrimonio del Friuli Venezia Giulia. 

Maurizio Vidali (Ssk - Unione Slovena)
Giorgio Ret (Lista Ret)
Nadja Debenjak (Pd)
Claudio Grizon (Pdl)
Elena Legiša (Federazione della sinistra)
Paolo Polidori (Lega Nord)
Elisabetta Sormani (Lista Bassa Poropat)
Andrea Sinico (Un'Altra Trieste)
Sabrina Morena (Sel)
Stefano Martucci (Lista civica Dipiazza per Trieste)
Majda Canziani (Idv)
Roberto De Gioia (Partito Socialista)

martedì 6 agosto 2013

FONDO TRIESTE, "TESORETTO": PRIORITA' ALLA DIACO E ALLE AZIENDE IN CRISI

Il "tesoretto" del Fondo Trieste sia dedicato con priorità ad aziende in difficoltà come la ex Diaco che hanno l'esigenza di realizzare interventi urgenti per poter proseguire la produzione assicurando il mantenimento dei livelli occupazionali. 
L'ex Diaco, infatti, dopo aver ripreso l'attività con una quarantina di dipendenti e pur avendo buone prospettive per il 2014, è stata messa in difficoltà dai rilievi dell'AIFA che le hanno intimato la realizzazione di lavori urgenti sugli impianti per 1.400.000 euro pena la chiusura dell'attività
La nuova proprietà dopo aver già pagato 8 milioni di euro al curatore fallimentare ed un residuo di soli 2 milioni ha l'esigenza di fronteggiare queste impreviste spese che l'AIFA, solo un anno fa, non aveva richiesto per cui un intervento del Fondo Trieste sarebbe auspicabile e opportuno, specie dopo il ritiro dei trasferimenti e la sottoscrizione dell'accordo con le OO.SS. per il contratto di solidarietà. 
Su mia richiesta nei giorni scorsi abbiamo discusso della situazione dell'ex DIACO in conferenza dei capi gruppo insieme all'assessore Adele Pino e al termine dell'incontro le ho chiesto di verificare la possibilità di far stanziare a sostengno di questa azienda, e di altre eventualmente in situazioni analoghe, parte del "tesoretto" di 2.684.000 euro del Fondo Trieste. 
Sul tema a nome del gruppo del PDL abbiamo presentato un'interpellanza alla presidente Bassa Poropat affinché si faccia portavoce di questa proposta al Fondo Trieste. 

Claudio Grizon 
Capo Gruppo del PDL in Provincia di Trieste

domenica 13 gennaio 2013

ORA NESLADEK E LA SINISTRA SNOBBANO I CONCESSIONARI D’AUTO ED I CENTRI COMMERCIALI DELLE NOGHERE


Grizon (Pdl): “Dopo sette anni Nesladek ora prende le distanze dai concessionari e dai centri commerciali della zona industriale delle Noghere”

Lo rivela Claudio Grizon, consigliere comunale del Pdl, riferendosi alle considerazioni svolte da Nesladek durante il consiglio del 16 novembre scorso mentre si discuteva l’ordine del giorno del Pd in merito alla crisi occupazionale e alle nuove idee per lo sviluppo delle aree dell’ex Aquila e della z.i. delle Noghere.
“E’ da tempo – ha dichiarato Nesladek - che si sta discutendo in questo consiglio, nelle sedi politiche opportune, nelle sedi istituzionali opportune di quelle che possono, e devono, essere nuove ipotesi di sviluppo e di lavoro per quelle aree che non sono necessariamente i nuovi centri commerciali previsti, che non sono nuovamente e possibilmente delle concessionarie di macchine come quella zona sta diventando anzi è diventata negli ultimi tempi”.
“Immagino – sottolinea Grizon – che questa presa di distanza del sindaco e della sinistra dai centri commerciali e dai concessionari d’automobili nella z.i. delle Noghere la ritroveremo in qualche modo recepita nel nuovo piano regolatore e che il sindaco dal suo cilindro magico in cambio farà uscire qualche progetto alternativo a lui più gradito in grado di assicurare insediamenti produttivi sostenibili che amplieranno i livelli occupazionali”.
“Per quanto mi riguarda - spiega il consigliere del Pdl - posso solo concordare sul fatto che gli attuali centri commerciali della grande distribuzione (che per avere successo sarebbero dovuti sorgere almeno 20 anni fa) hanno saturato da tempo la domanda che aveva già trovato risposte oltre che nei nuovi centri triestini, nel capodistriano e in Friuli”.
“Devo però ricordare a Nesladek – prosegue Grizon - che è stato proprio lui a proporre al consiglio una modifica e un ampliamento degli spazi commerciali per il Freetime, a portare in consiglio la convenzione decennale per il nuovo centro di grande distribuzione delle Coop Nord Est, che sempre lui ha perorato in consiglio una modifica e un ampliamento alla stessa convenzione e che, a ridosso della campagna elettorale che lo ha confermato sindaco, sono giunti nelle casse comunali, quale anticipo sugli oneri di urbanizzazione, ben 1 milione e mezzo di euro da Coop Nord Est, di cui ha fatto un uso a nostro giudizio scellerato, e un altro milione dovrebbe ancora prima o poi arrivare”.
“Per quanto riguarda poi i 7 concessionari riuniti nel “parco commerciale dell’auto” delle Noghere – prosegue Grizon – gli ricordo che occupano una sessantina di dipendenti (guarda caso quanti ne occuperebbe il rigassificatore di GNL) e che stanno soffrendo una crisi senza precedenti a causa del calo delle vendite che nel 2012 è stato mediamente del 40% sui 18 marchi disponibili: 2.247 auto vendute nel 2011 e solo 1613 nel 2012”.
Sul tema interviene anche Paolo Rovis, presidente del Distretto “Trieste Est” di Confartigianato in rappresentanza di oltre 160 imprese delle Zone industriali, in maggior parte insediate sul territorio di Muggia.
Rovis (Confartigianato): le Concessionarie sono una realtà preziosa anche dal punto di vista occupazionale
“Non entro nel merito delle valutazioni sui centri commerciali – sottolinea Rovis - se non per concordare sul fatto che la nostra provincia non ha bisogno che ne aprano altri”.
Le concessionarie auto – prosegue i presidente Rovis - sono invece una realtà preziosa anche dal punto di vista occupazionale: si tratta spesso di aziende artigiane, il cui punto di forza, in tempi di calo delle vendite, è l’officina per tagliandi e riparazioni”.
“Attorno a queste – ha proseguito il vice presidente di Confartigianato - operano carrozzerie, gommisti, imprese di pulizie, di smaltimento rifiuti e altri artigiani. La concessionarie auto fanno parte di un sistema produttivo che deve quindi trovare, al pari degli altri, massima attenzione da parte degli Enti locali, ancor più quando una feroce crisi economica sta creando loro serie difficoltà”.
“Al posto suo – aggiunge sconsolato Grizon – non avrei mai detto quella frase in consiglio comunale con la quale ha chiaramente evidenziato che queste aziende non gli sono particolarmente gradite e che auspica che possano essere sostituite da altre”.
“E’ evidente che anche noi auspichiamo che le bonifiche delle aree comprese nel sito inquinato d’interesse nazionale siano completate quanto prima – precisa Grizon - in modo da poter offrire ai possibili imprenditori l’opportunità di ritornare ad investire nella z.i. muggesana ma altra cosa invece è auspicare o magari operare affinché i concessionari debbano sloggiare dal nostro territorio”.
E’ curioso comunque che dopo quasi sette anni da sindaco – conclude Grizon - Nesladek, a proposito del futuro delle aree industriali di Muggia, riferendosi alla modesta mozione del Pd, abbia dichiarato testualmente “certo non abbiamo ancora chiare queste idee ma questo (la mozione) è uno stimolo ad accelerare i tempi per le nuove proposte”. 
“Per quanto ci riguarda – ricorda Grizon – avremmo ad esempio gradito che il Comune di Trieste trasferisse il mercato ortofrutticolo nell’area che aveva appositamente acquistato, oppure che la z.i. di Muggia venisse candidata per i centri monomarca di cui nessuno parla più e che ci fosse già qualche idea concreta di sviluppo per dopo lo sblocco dei siti inquinati, ma così non è: Nesladek dopo 7 anni da sindaco ci dice solo “non abbiamo ancora chiare queste idee”. “Un po pochino direi!”