La vicenda del cambio del nome della frazione di Aquilinia, sia della parte muggesana che di quella di San Dorligo, è tutta a valenza elettorale o comunque mirata a ristabilire equilibri e pesi interni alle coalizioni che reggono i due Comuni. A San Dorligo della Valle di voterà fra pochi mesi e sembra che all'interno della maggioranza non sia ancora chiaro se il sindaco Premolin succederrà a se stessa per cui, per determinare uno dei temi della campagna elettorale, qualcuno ha lanciato la proposta e una petizione per modificare il nome della frazione da Aquilinia in Zaule.
A Muggia, invece, dove il sindaco Nesladek è riuscito a fatica a varare il bilancio 2009, per la prima volta oltre ai limiti fissati dalla Regione, la coalizione appare ed è molto divisa. Il bilancio, per la prima volta, non ha avuto il voto compatto di tutta la coalizione: il consigliere Veronese infatti non ha neanche partecipato al consiglio del 26 febbraio quando sono stati discussi gli emendamenti e votate le delibere del bilancio. Poi, come già evidenziavo nei giorni scorsi, Mariucci (IdV) è stato ancora una volta molto critico e la Tull (PdRC) ha votato il bilancio, dopo aver presentato e ritirato i suoi emendamenti e dopo aver svolto un intervento critico sulle pari opportunità.
Sono in corso tentativi per riequilibrare a sinistra la coalizione che sembra tuttavia divisa in tre, anzi quattro: Veronese è vicino a Per la Sinistra, nata a livello nazionale su iniziativa di Vendola; la Tull sembra mantenersi sulla linea di Ferrero mentre l'indipendente Kosic non si sa bene a chi si riferisca.
Leiter, assessore al bilancio espresso dai Verdi, a cui abbiamo pubblicamente chiesto le dimissioni a causa delle sue posizioni contradditorie sull'addizionale IRPEF, fuori dalle sedi ufficiali sembra sempre più in imbarazzo ed insofferente a questa maggioranza (?) incapace ed inconcludente.
Rifondazione Comunista ed altri lo scorso anno si erano resi promotori di una petizione per il cambio del nome di Aquilinia, ora dopo l'uscita di Jercog al Comune di San Dorligo è uscito sul tema anche il Mariucci.
Proporre un referendum sul cambio del nome è assurdo, pericoloso e costoso ma il consigliere non mi sembra in grado di comprenderne le ragioni.
Residendo (come me) ad Aquilinia ritiene di dover dire la sua: una proposta mediana tra Rifondazione e quanti, con una petizione di 300 firme, lo scorso anno avevano già chiesto di mantenere il nome di Aquilinia. Insomma come al solito si barcamena per non prendere una posizione netta e chiara, un referendum per lasciar decidere ai cittadini.
Ma qualcuno, al di la delle posizioni che sono state già manifestate, si è chiesto se il cambio del nome è davvero un problema sentito per i cittadini? Qualcuno si rende conto che governare vuol dire unire i cittadini e non dividerli su cose di modesta rilevanza? Qualcuno si rende conto che il cambio della toponomastica non si attua a colpi di maggioranza, ma con consenso ampio e qualificato? Qualcuno si è chiesto che se si dovesse cambiare il nome senza questi presupposti, fra due anni, una nuova maggioranza potrebbe ripristinare la situazione precedente? Vogliamo questo? Vogliono questo? E poi quanto costerebbe un referendum consigliere Mariucci? Per cambiare alcuni cartelli stradali, ne vale davvero la pena?
A me sembra che per Aquilinia i bisogni e le priorità siano altre e per queste il sindaco, Mariucci e la maggioranza non hanno fatto molto in tre anni.
A Muggia, invece, dove il sindaco Nesladek è riuscito a fatica a varare il bilancio 2009, per la prima volta oltre ai limiti fissati dalla Regione, la coalizione appare ed è molto divisa. Il bilancio, per la prima volta, non ha avuto il voto compatto di tutta la coalizione: il consigliere Veronese infatti non ha neanche partecipato al consiglio del 26 febbraio quando sono stati discussi gli emendamenti e votate le delibere del bilancio. Poi, come già evidenziavo nei giorni scorsi, Mariucci (IdV) è stato ancora una volta molto critico e la Tull (PdRC) ha votato il bilancio, dopo aver presentato e ritirato i suoi emendamenti e dopo aver svolto un intervento critico sulle pari opportunità.
Sono in corso tentativi per riequilibrare a sinistra la coalizione che sembra tuttavia divisa in tre, anzi quattro: Veronese è vicino a Per la Sinistra, nata a livello nazionale su iniziativa di Vendola; la Tull sembra mantenersi sulla linea di Ferrero mentre l'indipendente Kosic non si sa bene a chi si riferisca.
Leiter, assessore al bilancio espresso dai Verdi, a cui abbiamo pubblicamente chiesto le dimissioni a causa delle sue posizioni contradditorie sull'addizionale IRPEF, fuori dalle sedi ufficiali sembra sempre più in imbarazzo ed insofferente a questa maggioranza (?) incapace ed inconcludente.
Rifondazione Comunista ed altri lo scorso anno si erano resi promotori di una petizione per il cambio del nome di Aquilinia, ora dopo l'uscita di Jercog al Comune di San Dorligo è uscito sul tema anche il Mariucci.
Proporre un referendum sul cambio del nome è assurdo, pericoloso e costoso ma il consigliere non mi sembra in grado di comprenderne le ragioni.
Residendo (come me) ad Aquilinia ritiene di dover dire la sua: una proposta mediana tra Rifondazione e quanti, con una petizione di 300 firme, lo scorso anno avevano già chiesto di mantenere il nome di Aquilinia. Insomma come al solito si barcamena per non prendere una posizione netta e chiara, un referendum per lasciar decidere ai cittadini.
Ma qualcuno, al di la delle posizioni che sono state già manifestate, si è chiesto se il cambio del nome è davvero un problema sentito per i cittadini? Qualcuno si rende conto che governare vuol dire unire i cittadini e non dividerli su cose di modesta rilevanza? Qualcuno si rende conto che il cambio della toponomastica non si attua a colpi di maggioranza, ma con consenso ampio e qualificato? Qualcuno si è chiesto che se si dovesse cambiare il nome senza questi presupposti, fra due anni, una nuova maggioranza potrebbe ripristinare la situazione precedente? Vogliamo questo? Vogliono questo? E poi quanto costerebbe un referendum consigliere Mariucci? Per cambiare alcuni cartelli stradali, ne vale davvero la pena?
A me sembra che per Aquilinia i bisogni e le priorità siano altre e per queste il sindaco, Mariucci e la maggioranza non hanno fatto molto in tre anni.
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