La beffa dei concorsi sfumati per 15 allievi
Confusione normativa all’origine del problema: dovranno completare nuovi studi e superare un testdi Ugo Salvini
Per un momento hanno sperato di trovarsi su “Scherzi a parte”. Invece era tutto vero. Per potersi imbarcare e iscriversi ai concorsi per allievi ufficiali di coperta e macchina, obiettivo coltivato per cinque anni, dovranno fare un ulteriore corso di studi, successivo all’esame di maturità, e superare un altro test.
La clamorosa vicenda, frutto di una confusione normativa generata dal maldestro tentativo del legislatore italiano di adeguare la normativa nazionale in materia a quella europea, riguarda una quindicina di giovani che hanno completato poche settimane fa al Nautico l’indirizzo di studi “Professionale Industria e Artigianato”.
I ragazzi coinvolti nel 2010 avevano scelto quel corso con la prospettiva di poter accedere a un imbarco, una volta superato l’esame di maturità, chiedendo direttamente la matricola alla Capitaneria di Porto. Completati i successivi 12 mesi di esperienza d’imbarco, si sarebbe dovuta concretizzare la possibilità di accedere subito a un concorso pubblico per ufficiali di coperta o di macchina. I loro docenti avevano sempre confermato che la strada era quella. Invece ecco che i loro sogni adesso vanno a scontrarsi con una problematica legislativa.
«L’Italia - spiega l’assessore provinciale per le Politiche del lavoro, Adele Pino - a suo tempo ha scelto di scindere la formazione di base del settore marittimo, con referente il ministero per l’Istruzione, da quella addestrativa, di competenza del ministero dei Trasporti, da completare dopo il conseguimento del diploma. La riforma scolastica del 2010 - aggiunge Pino - ha determinato una serie di complesse modifiche. Una di esse ha escluso il percorso formativo denominato “Industria Artigianato” dal novero di quelli riconosciuti dal ministero dei Trasporti come validi per un immediato imbarco post diploma. La necessità di adeguarsi alle normative europee - continua l’assessore - ha poi originato il decreto legge n. 71, dello scorso 12 maggio, che introduce l’obbligatorietà di effettuare una formazione superiore».
Pino parla di «confusione normativa» e di «assenza di attenzione del legislatore nei confronti del corso scelto dai 15 allievi del Nautico». «Il decreto - conclude - alza il livello di preparazione minima, introducendo un percorso post diploma».
Unica consolazione per i ragazzi, il fatto che potranno effettuare il corso al Nautico e non dovranno andare a Genova o a Gaeta, sedi di istituti che, inizialmente, sembravano gli unici abilitati al rilascio del diploma finale necessario per l’imbarco.
«Purtroppo - commenta Claudio Grizon, capogruppo del Pdl in Provincia, che aveva evidenziato per primo il problema con un’interrogazione urgente - quanto mi era stato segnalato era vero. Mi chiedo perché l’assessore Pino e lo stesso Istituto non siano intervenuti per tempo - aggiunge - visto che il “vecchio Nautico” non esiste più».
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