Dove sono finiti i nuovi modelli di gestione
con il “porta a porta” e la tariffa puntuale? Persi almeno 2 anni e mezzo: i
cittadini avrebbero potuto risparmiare con un modello più innovativo
Sta scadendo l’ultima proroga di sei mesi dell’appalto per
la raccolta dei rifiuti affidato a Italspurghi ma nulla si sa su come il
servizio sarà gestito a partire dal primo ottobre.
Dove sono finiti i roboanti progetti dell’amministrazione
sul nuovo modello di gestione del servizio basato anche sul “porta a porta” e
su una puntuale tariffazione sulla base della produzione dei rifiuti?
Che fine hanno fatto le nuove soluzioni proposte dagli
uffici, poi fatte proprie dalla giunta, per le quali erano stati valutati anche
i costi?
Ad oggi, dopo l’entrata del Comune in NET,
gli unici atti che abbiamo visto sono stati quelli per l’affidamento alla
stessa società del servizio di spazzatura che, oltre tutto, pare sia stato
poi riappaltato ad Italspurghi e per
dichiarare “il preminente interesse
dell’amministrazione comunale alla realizzazione di un impianto per il trattamento
della frazione organica dei rifiuti solidi urbani” proposto dalla società NRE Research, insediata
all’Area di Ricerca di cui non si sa nulla.
I mesi passano e le elezioni, grazie a
Dio, si avvicinano ma temiamo che a questo punto il servizio stia per essere formalmente affidato in fretta e furia a
NET, forse è già stato affidato senza che nessuno sappia nulla e senza che
nessun atto sia stato reso pubblico, la quale probabilmente lo farà proseguire sempre per mano di Italspurghi con le consuete
modalità e con costi maggiori, anche per i cittadini, dovuti al “passaggio di
mano”.
Tanto rumore per nulla, a quanto pare, visto che è alquanto improbabile che il
Pd con una coalizione posticcia, s’arrischi di sperimentare un nuovo modello di
gestione alla vigilia delle elezioni in quanto l’avvio del servizio
comporterebbe sicuramente malcontenti e un periodo di assestamento che
comprometterebbero la già pessima immagine della sinistra.
Le amministrazioni Nesladek sono passate
dall’appalto ad Ecoverde (finito
nelle aule dei tribunali nel corso del primo mandato) alle successive per lo
più fallite sperimentazioni, fino ai 5
anni e mezzo consecutivi con Italspurghi dove ora 6 dipendenti sono a rischio
licenziamento.
L’affidamento in house
a NET avrebbe dovuto rappresentare la nuova era ma si è perso troppo tempo, anche a
causa delle note divergenze d’opinione
che caratterizzano la “maggioranza” anche su questo tema. Emergono però nel
contempo, nonostante le ampie assicurazioni di sindaco e giunta, forti perplessità sulla legittimità di
questa modalità di affidamento, sostenute da sentenze.
L’avvio di un nuovo modello di gestione, magari già a
partire da 2 anni e mezzo fa, prima delle proroghe a Italspurghi, che pur hanno
portato ad alcuni risparmi che però non si sono visti sulle bollette, avrebbe
consentito al Comune di raggiungere percentuali di raccolta differenziata ben
più alti e probabilmente anche a costi più bassi per i cittadini.
Purtroppo in questi anni, grazie al Pd e al sindaco Nesladek, i
cittadini hanno dovuto spendere di più per un servizio di raccolta appena
sufficiente e di spazzamento forse sufficiente in centro ma nullo in periferia
come ho più volte denunciato. Solo da poche settimane con le elezioni alle
porte si nota qualche intervento sul territorio. Motivazioni queste per
bocciare l’amministrazione su tutto il fronte senza se e senza ma.
Ci chiediamo come la lista Meio Muja, con la quale abbiamo
condiviso alcuni obiettivi in merito ad una nuova gestione del servizio, possa
lasciar correre tutto questo visto che dell’esigenza di un nuovo modello di
gestione della raccolta dei rifiuti ne ha fatto giustamente un manifesto
elettorale.
Come se non bastasse, infine, a complicare la situazione alla giunta,
sono da registrare le dimissioni del funzionario responsabile del settore
ambiente che a Muggia ha preferito la città di Lignano.
Claudio Grizon
Consigliere del Comune di Muggia PDL
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