Visualizzazione post con etichetta Stefano Martucci. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Stefano Martucci. Mostra tutti i post

venerdì 3 luglio 2015

IN PROVINCIA CENTRODESTRA COMPATTO: "CHIUDERE LA FERRIERA DI SERVOLA"

Da Il Piccolo di venerdì 3 luglio 2015

IL SENATO INVIA GLI “ISPETTORI” IN FERRIERA

di Ugo Salvini 

Entro luglio la commissione Ambiente del Senato visiterà la Ferriera di Servola e avrà una serie di audizioni utili per conoscere e approfondire l'attuale situazione di inquinamento atmosferico originata dall'impianto. A richiederne l'intervento è stato il senatore Lorenzo Battista, membro del gruppo parlamentare “Per le Autonomie”, che ha inviato alla sede della commissione esplicite immagini della Ferriera «caratterizzata da continui sforamenti di tutti gli inquinanti atmosferici - ha detto Battista - che stanno provocando preoccupazione nella cittadinanza. Mi faccio ambasciatore - ha aggiunto - della profonda inquietudine dei triestini. I commissari - ha precisato - verranno a Trieste per valutare il livello di rischio ambientale a cui la città è esposta». Il presidente della commissione, Giuseppe Marinello, e i commissari dedicheranno un'intera giornata alla Ferriera. Successivamente potrebbe essere votata una risoluzione con gli indirizzi dell'organo parlamentare.
La notizia dell'arrivo della commissione Ambiente è giunta in una giornata che ha visto tutti gli esponenti dei partiti dell'opposizione di centrodestra, che siedono in Consiglio provinciale, chiedere la chiusura dell'impianto con una mozione urgente
Nel testo si impegna la presidente dell'ente di palazzo Galatti «a ordinare alla Siderurgica triestina srl di procedere alla graduale riduzione dell'attività degli impianti, finalizzata a raggiungere, nei tempi minimi alla fermata conservativa a caldo degli stessi fino al rinnovo o la rilascio dell'Aia»
Claudio Grizon, capogruppo del Pdl, ha detto che «l'impianto che per anni ha inquinato il territorio continua a farlo, provocando gravi problemi di salute pubblica, nonostante l'accordo di programma prevedesse ben altro. I superamenti dei limiti sono più frequenti oggi di quelli di un anno fa - ha aggiunto - perciò, stante l'immobilismo della presidente della Provincia, Maria Teresa Bassa Poropat, ci muoviamo noi»
Paolo Polidori, capogruppo della Lega Nord, ha sottolineato che «alternative alla Ferriera, a livello occupazionale, ce ne sono, a cominciare dalle potenzialità legate al Trattato internazionale di pace, che permette di utilizzare le franchigie in porto». 
Massimo Romita (Pdl) ha evidenziato che «la Provincia ha fra i suoi compiti quello di vigilare sul rispetto delle leggi, perciò lo faccia anche in questo caso»
Giorgio Ret, della lista omonima, ha detto che «l'errore principale è stato contrapporre le esigenze dei lavoratori della Ferriera a quelle dei residenti, che non vogliono dover respirare aria pesantemente inquinata». Stefano Martucci, della lista Dipiazza, ha osservato che: «Bisogna tutelare anche la salute dei lavoratori, i primi a essere investiti dall'inquinamento». 

lunedì 13 gennaio 2014

PROVINCIA INADEMPIENTE SUI CONTROLLI DEGLI IMPIANTI TERMICI DEI COMUNI MINORI

Grizon (Pdl): “su 14.129 questionari distribuiti hanno risposto solo 6808 utenti (48%), di questi solo poco più di 3000 sono in regola”

Eva (Confartigianato): “riscontriamo un abbassamento dei livelli manutentivi sugli impianti dei comuni minori che preoccupa sia per le emissioni in atmosfera che per gli aspetti legati alla sicurezza”



La Provincia di Trieste è inadempiente sui controlli delle caldaie nei comuni minori”. E’ stata questa la denuncia che lo scorso novembre Confartigianato Trieste ha reso pubblica in quanto, contrariamente al Comune di Trieste che li ha affidati ad Esatto, Palazzo Galatti è in ritardo sull’applicazione di un quadro normativo che si è modificato a partire dalla legge 10 del 1991 fino al 2006.
“In realtà qualcosa è stato fatto – ricorda Claudio Grizon, capo gruppo del Pdl in Provincia - in quanto il regolamento sui controlli è stato approvato dal consiglio nel dicembre 2010, ma poi da allora ad oggi la questione si è impantanata in tutta una serie di ritardi e complicazioni burocratico amministrative”.
“Tre anni per capire a chi e come affidare i controlli sulle caldaie – commenta amareggiato Grizon – mi paiono davvero troppi e dopo il rimprovero di Confartigianato agli inizi di dicembre ho condiviso con il presidente Stefano Martucci l’esigenza di una convocazione della Commissione Trasparenza per far luce sulla vicenda”.
Alla riunione sono stati invitati il presidente Dario Bruni ed il direttore di Confartigianato Enrico Eva che hanno subito messo in evidenza che “la Provincia incassa da anni i corrispettivi ma non ci effettua i controlli” per cui, hanno sottolineato, “i nostri associati stanno rilevando un abbassamento dei livelli manutentivi sugli impianti dei comuni minori che preoccupa in particolare per le ripercussioni sulle emissioni in atmosfera e per gli aspetti legati alla sicurezza”.
L’assessore all’ambiente Vittorio Zollia ha ricordato che per realizzare l’anagrafe degli impianti sono state inviati 14.129 questionari ai cittadini iscritti a ruolo della TARSU che sono stati segnalati dai Comuni. Purtroppo solo 6809 proprietari di impianti termici hanno restituito i questionari alla Provincia e solo la metà di questi, poco più di 3.000, sono in regola con i modelli G ed F.
“I fatto è – evidenzia il consigliere Grizon - che i Comuni minori hanno scaricato sulla Provincia la realizzazione dell’anagrafe degli impianti alla Provincia che invece, stando alla legge, ha solo l’obbligo di effettuare “i controlli necessari e verificano con cadenza almeno biennale l'osservanza delle norme relative al rendimento di combustione, anche avvalendosi di organismi esterni aventi specifica competenza tecnica, con onere a carico degli utenti”.
“La Provincia – ha affermato Zollia – deve controllare i cittadini con il libretto dell’impianto che deve essere in regola, per cui manderemo nuove lettere per avvisare che i controlli partiranno”.
Nel corso della commissione da parte dell’assessore Zollia è poi emerso che i controlli “Esatto non li può fare, un’altra azienda a cui ci siamo rivolti chiedeva 13 euro ad impianto anziché i 7 che i cittadini stanno pagando sui piccoli impianti e che a questo punto è stata fatta la scelta di non affidarsi a ditte esterne, ora stiamo vedendo di fare un bando per assumere una persona usando i soldi dei diritti che ci sono finora”.
“Per fissare gli impegni della Provincia sui controlli degli impianti termici nel bilancio 2014 – ricorda Grizon – ho dovuto predisporre anche un emendamento che è stato accolto dall’assessore che si è impegnato a dare assoluta priorità alla questione, in quanto non vi era alcun cenno sulla materia”.

mercoledì 13 novembre 2013

L’EX CAMPO PROFUGHI DI PADRICIANO OCCUPATO SENZA TITOLO DALL’UNIONE DELLE BORGATE CARSICHE

Grizon (Pdl): fallito il progetto della giunta Bassa Poropat che voleva dar casa ad associazioni, consorzi e cooperative slovene

“Avrebbe dovuto essere uno dei progetti di punta del secondo mandato della presidente Bassa Poropat ma si sta rivelando una pala al piede con tanto di complicanze giudiziarie ad oggi irrisolte”.
Lo rivela Claudio Grizon, capo gruppo del Pdl a Palazzo Galatti, evidenziando che “l’oggetto del contendere è l’ex Campo Profughi di Padriciano che alcuni anni orsono la Provincia ha acquisito dal Demanio permutando altri beni non necessari ai propri scopi”.
“Per Padriciano – ricorda Grizon - la Provincia avrebbe voluto costruire non è ben chiaro quale progetto, attingendo inizialmente a risorse residue dell’ex Comunità Montana pari a 1.150.000 euro, congelate da anni, e a fondi europei”. “Sembra, comunque, che il suo vero fine avrebbe dovuto essere quello di dar casa ad associazioni, cooperative, consorzi e organizzazioni espressione diretta o indiretta della comunità slovena, operanti sul Carso nel campo dell’agricoltura”.
Per fare il punto sullo stato delle cose e per chiarire le ragioni del silenzio attorno alla questione dell’ex Campo Profughi Grizon, di concerto con gli altri esponenti dell’opposizione, ha chiesto prima dell’inizio della pausa estiva una riunione della Commissione Trasparenza presieduta da Stefano Martucci della Lista Dipiazza che s’è alla fine svolta lo scorso 11 ottobre.
In primo luogo nei propositi di Grizon si trattava di procedere agli approfondimenti necessari in merito agli interventi di messa in sicurezza e bonifica dall’amianto che è stato riscontrato nell’area e di comprendere se è ancora utile mantenere nel patrimonio provinciale l’intero comprensorio.
“Nel corso della commissione – sottolinea il capo gruppo del Pdl - abbiamo appreso che per ben due volte è stata respinta la richiesta di intavolazione della proprietà dell’area per incongruenze planimetriche e che il Demanio, a cui competono i relativi adempimenti, non ha le risorse per perfezionare gli atti: siamo davvero all’assurdo”.
Nel frattempo però la Provincia, a più riprese, si è fatta carico di alcune spese di pulizia e bonifica delle aree che in parte si devono ancora completare.
“Abbiamo poi appreso – prosegue Grizon - che nel frattempo sono stati perfezionati dei regolari contratti di concessione con l’Unione degli Istriani, per gli spazi dedicati al suo museo, e con un’associazione di speleologi mentre, audite audite, si è aperto un vero e proprio contenzioso con l’Unione Coordinativa delle Borgate Carsiche presieduta da Carlo Grghich che sta occupando senza titolo una parte delle palazzine fin da quando il bene era in capo al Demanio, impedendo l’accesso alla stessa Provincia che dovrebbe completare dei lavori di bonifica e delle caratterizzazioni”.
Per risolvere il contenzioso la giunta provinciale sei mesi orsono ha affidato ad un legale l’incarico per far sloggiare l’Unione delle Borgate Carsiche che, da parte sua, “da quanto ci è stato relazionato – spiega Grizon - sembra che in questo modo voglia ricattare le istituzioni in quando ritiene che la comunità che rappresenta non è mai stata indennizzata per i terreni che a suo tempo sono stati espropriati per pubblica utilità per la realizzazione del Sincrotrone e dell’Area di Ricerca”.
“In questo modo – conclude Grizon - quello che doveva essere un progetto prestigioso per Palazzo Galatti è diventato un problema ingombrante sia sul piano finanziario, in quanto sta mettendo a rischio il milione e 150 mila euro che erano stati stanziati per l’iniziativa e che scadono nel 2014, sia sul piano politico per quanto riguarda i rapporti con una parte di quella comunità slovena che ha contribuito per ben due volte a far eleggere la presidente Bassa Poropat, ma che si è impantanata senza ragione e diritto in una contrapposizione giudiziaria che non può che veder vincitrice la Provincia”.
A questo punto l’esponente del Pdl in Commissione Trasparenza ha messo in evidenza che “alla luce dei fatti, e viste le difficoltà finanziarie che gli enti pubblici stanno vivendo in particolare per la questione del patto di stabilità, non ha assolutamente più senso che la Provincia mantenga nel suo patrimonio l’ex Campo Profughi in quanto non esiste allo stato alcun progetto concreto di ristrutturazione che abbia copertura finanziaria” (si tratterebbe di oltre una decina di milioni di euro) e che sia in linea con le finalità dell’Ente. Ha evidenziato inoltre che semmai, “se di investimenti si deve parlare, questi devono esser fatti prevalentemente nei settori dell’edilizia scolastica e della viabilità”. Consapevole di essersi impantanata in un progetto senza futuro la giunta Bassa Poropat con il bilancio 2013 ha finalmente deciso di porre l’ex Campo Profughi tra i beni da valorizzare anche con l’alienazione. “A questo punto – chiude secco Grizon – aspettiamo un bando per la raccolta di manifestazioni d’interesse o altre iniziative simili utili ad accelerare la vendita del comprensorio”.
(comunicato inviato a Il Piccolo il 22 ottobre 2013)