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venerdì 3 luglio 2015

IN PROVINCIA CENTRODESTRA COMPATTO: "CHIUDERE LA FERRIERA DI SERVOLA"

Da Il Piccolo di venerdì 3 luglio 2015

IL SENATO INVIA GLI “ISPETTORI” IN FERRIERA

di Ugo Salvini 

Entro luglio la commissione Ambiente del Senato visiterà la Ferriera di Servola e avrà una serie di audizioni utili per conoscere e approfondire l'attuale situazione di inquinamento atmosferico originata dall'impianto. A richiederne l'intervento è stato il senatore Lorenzo Battista, membro del gruppo parlamentare “Per le Autonomie”, che ha inviato alla sede della commissione esplicite immagini della Ferriera «caratterizzata da continui sforamenti di tutti gli inquinanti atmosferici - ha detto Battista - che stanno provocando preoccupazione nella cittadinanza. Mi faccio ambasciatore - ha aggiunto - della profonda inquietudine dei triestini. I commissari - ha precisato - verranno a Trieste per valutare il livello di rischio ambientale a cui la città è esposta». Il presidente della commissione, Giuseppe Marinello, e i commissari dedicheranno un'intera giornata alla Ferriera. Successivamente potrebbe essere votata una risoluzione con gli indirizzi dell'organo parlamentare.
La notizia dell'arrivo della commissione Ambiente è giunta in una giornata che ha visto tutti gli esponenti dei partiti dell'opposizione di centrodestra, che siedono in Consiglio provinciale, chiedere la chiusura dell'impianto con una mozione urgente
Nel testo si impegna la presidente dell'ente di palazzo Galatti «a ordinare alla Siderurgica triestina srl di procedere alla graduale riduzione dell'attività degli impianti, finalizzata a raggiungere, nei tempi minimi alla fermata conservativa a caldo degli stessi fino al rinnovo o la rilascio dell'Aia»
Claudio Grizon, capogruppo del Pdl, ha detto che «l'impianto che per anni ha inquinato il territorio continua a farlo, provocando gravi problemi di salute pubblica, nonostante l'accordo di programma prevedesse ben altro. I superamenti dei limiti sono più frequenti oggi di quelli di un anno fa - ha aggiunto - perciò, stante l'immobilismo della presidente della Provincia, Maria Teresa Bassa Poropat, ci muoviamo noi»
Paolo Polidori, capogruppo della Lega Nord, ha sottolineato che «alternative alla Ferriera, a livello occupazionale, ce ne sono, a cominciare dalle potenzialità legate al Trattato internazionale di pace, che permette di utilizzare le franchigie in porto». 
Massimo Romita (Pdl) ha evidenziato che «la Provincia ha fra i suoi compiti quello di vigilare sul rispetto delle leggi, perciò lo faccia anche in questo caso»
Giorgio Ret, della lista omonima, ha detto che «l'errore principale è stato contrapporre le esigenze dei lavoratori della Ferriera a quelle dei residenti, che non vogliono dover respirare aria pesantemente inquinata». Stefano Martucci, della lista Dipiazza, ha osservato che: «Bisogna tutelare anche la salute dei lavoratori, i primi a essere investiti dall'inquinamento». 

martedì 28 aprile 2015

PROVINCIA, CONFERENZA DEI CAPIGRUPPO: PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MAGGIORANZA ASSENTI, L'OPPOSIZIONE ABBANDONA LA SEDUTA PER PROTESTA

"Non era la prima volta - precisa subito Claudio Grizon, capo gruppo del Pdl a Palazzo Galatti - che il presidente Maurizio Vidali e la maggioranza si attardavano nelle loro riunioni che solitamente precedono le sedute della conferenza dei capi gruppo neanche se dovessero decidere chissà che, ma questa volta dopo 15 minuti di inutile attesa abbiamo voluto dire basta a questo modo tutto "personale" di intendere le istituzioni irrispettoso dell'opposizione"
La seduta dei capi gruppo era convocata come sempre alle ore 12.15 ma alle 12.30 passate non s'erano ancora visti ne il presidente Vidali ne i consiglieri di maggioranza, quantomeno per scusare il ritardo, per cui i capi gruppo Grizon (Pdl), Giorgio Ret, Giorgio Rossi (Lista Dipiazza) e Paolo Polidori (Lega Nord) hanno deciso di abbandonare la seduta per evidenziare il loro dissenso.
"Questo centro sinistra prima di iniziare la riunione - ironizza Grizon - ha bisogno di essere istruito anticipatamente e quindi spesso ci dobbiamo limitare a prendere nota delle decisioni già assunte da loro pochi minuti prima". 
"Hanno paura del confronto - aggiunge l'esponente del centro destra - oppure se ne fregano dell'opposizione: eppure anche recentemente abbiamo dato ampia collaborazione su temi importanti come rigassificatore di Monfalcone, Alcatel, Ferriera senza timore di riconoscere l'impegno dell'amministrazione su alcuni temi come viabilità e trasporto pubblico ma evidentemente costituiamo comunque un fastidio".
"Sicuramente - conclude Grizon - oggi avranno fatto capi gruppo da soli decidendo quello che volevano ma se non arriveranno le scuse d'ora in poi il nostro atteggiamento potrebbe anche cambiare. Se invece qualcuno di noi è in ritardo siamo sempre costretti a pregare di attendere un po': due pesi e due misure".

venerdì 17 gennaio 2014

PROVINCIA DA ELIMINARE, IL "NO" UNISCE MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE

Da Il Piccolo di venerdì 17 gennaio 2014 - Pagina 21 - Cronaca Trieste 

Provincia da eliminare, il “no” unisce maggioranza e opposizione 
Seduta straordinaria a Palazzo Galatti. Cok (Pd): ok il riordino di competenze ma qui anche minoranze da tutelare. Grizon (Ncd): grave che la giunta Serracchiani non abbia fatto simulazioni sui costi 

di Matteo Unterweger 

Un fiume in piena fra contrarietà più o meno marcata, perplessità ai più svariati livelli (dalla legittimità costituzionale all’interrogativo sul subentro nelle competenze) e richieste di prendere ancora del tempo. Per riflettere, valutare, pesare i costi. 
È stato un dibattito-fiume, protrattosi per oltre tre ore, quello ospitato nella serata di ieri dall’aula del Consiglio provinciale. Il tema: il “superamento” delle Province annunciato dalla Regione guidata da Debora Serracchiani e dal centrosinistra. Sul tavolo non solo la modifica (che dovrà passare anche al vaglio del Parlamento) allo statuto speciale del Fvg, con l’abolizione dell’ente Provincia, ma anche la proposta contenuta dal disegno di legge 29 con cui in via sulla carta transitoria - in attesa appunto della cancellazione - le Province verrebbero tramutate in enti di secondo livello, gestiti da sindaco e consiglieri comunali. 
«Transitoria? Ma se non si dovesse arrivare a modificare lo statuto?», si è chiesta la presidente provinciale Maria Teresa Bassa Poropat, da sempre fiera oppositrice del depennamento istituzionale portato avanti da Serracchiani. E, all’epoca della campagna elettorale, cavalcato pure dagli altri candidati governatore. Dal Consiglio provinciale, ieri, un messaggio chiaro: «Valutate, state attenti. C’è bisogno di riflettere», la sintesi di Maria Monteleone (Pd)
Destinatari del monito trasversale i consiglieri regionali ospiti a palazzo Galatti: Franco Codega e Stefano Ukmar (Pd), Emiliano Edera (Cittadini), Giulio Lauri (Sel), Igor Gabrovec (Ssk, eletto nella lista del Pd), l’ex sindaco di Trieste Roberto Dipiazza (Autonomia responsabile), Elena Bianchi e Andrea Ussai (M5S), e Rodolfo Ziberna (Pdl). 
Dai componenti dell’assemblea di piazza Oberdan si è saputo come l’assessore regionale Paolo Panontin, delegato alle Autonomie locali, al mattino avesse affermato di volersi prendere ancora qualche giorno di meditazione sulla legge 29 prima di procedere con l’iter. 
Dall’aula di palazzo Galatti, ieri sera, Bassa Poropat ha ribadito il proprio netto “no” all’operazione di soppressione delle Province: «I risparmi non ci saranno. E l’istituzione va valutata sulla base dei servizi che eroga. Le funzioni di area vasta - ha continuato la presidente della Provincia di Trieste -, e penso a politiche attive del lavoro, trasporto pubblico, ambiente, edilizia scolastica, a chi passeranno se non possono essere gestite dai Comuni? Qui si è partiti dai contenitori, non dai contenuti. Abbiamo chiesto all’assessore Panontin del tempo per affrontare la “riforma delle riforme”»
«Si ripropongono situazioni tipiche del Medioevo - è andato giù duro Claudio Grizon (Pdl) in un lungo intervento, assestandosi per una volta sulla stessa linea della presidente -. È grave che la Regione non abbia effettuato simulazioni sui costi»
Dal Pd, poi, Stefan Cok: «Nessuno nega la necessità di riordino delle competenze degli enti locali. La Provincia ne ha di numerose e importanti. Il nostro compito è di rappresentare aspetti e criticità in un dibattito in cui le Province devono svolgere un ruolo da protagoniste. Ricordiamoci poi che in questo territorio ci sono minoranze culturali e linguistiche da tutelare e la Regione deve tenerne conto». 
Per Paolo Polidori (Lega Nord) il discorso è anche di «difesa del buon senso, del ruolo istituzionale e organizzativo delle Province. I consiglieri regionali dovranno pensare ognuno in maniera intellettualmente onesta. Perché qui, così, si fa un passo indietro». Sabrina Morena (Sel) non ha nascosto i dubbi sul «disegno di legge 29, per criticità che sicuramente vanno a incidere sulla questione della rappresentanza democratica», ricordando inoltre la necessità di simulazioni nell’ambito di un riordino «per non rischiare di bloccare le amministrazioni. Perché - la sottolineatura - si ereditano anche i mutui in essere della Provincia». 
Accorato richiamo al ruolo di «sentinelle», chiamate a «moralizzare l’apparato» dei funzionari, per i consiglieri regionali da parte di Giorgio Rossi (Lista Dipiazza)

martedì 31 gennaio 2012

PROVINCIA, L'OPPOSIZIONE DISERTA IL CONSIGLIO

Da Il Piccolo di martedì 31 gennaio Pagina 23 - Cronaca Trieste

Provincia, l’opposizione diserta il Consiglio

Assente per protesta alla seduta contro l’abolizione dell’ente: «Bassa Poropat si comporta da padrona»

Stamane snobberanno la seduta straordinaria del Consiglio provinciale convocata al Miela per rispondere alla proposta di abolire le Province. L’opposizione a palazzo Galatti - con i capigruppo di Pdl, Claudio Grizon, lista Dipiazza, Giorgio Rossi, Lega Nord, Paolo Polidori e Un’altra Trieste, Francesco Cervesi - ha spiegato così questa scelta presa per protesta: «La presidente Maria Teresa Bassa Poropat si sta atteggiando come fosse lei la padrona dell’ente. All’improvviso ci siamo trovati davanti alla presenza, quale relatore, del docente della nostra Università, Pier Giorgio Gabassi». Grizon ha affermato che «mentre a livello nazionale tra enti si cerca di collaborare trasversalmente, Bassa Poropat continua a fare da sola. Ci è stato imposto un relatore – ha aggiunto il capogruppo del Pdl - che non è super partes, e la presidente l’ha convocato perché ha svolto alcuni corsi per il personale di palazzo Galatti. Tutto questo è inaccettabile». Grizon ha poi ricordato che «la Regione, che ha potestà in materia, ha presentato ricorso contro la proposta Monti, mentre un sondaggio realizzato dall’Ipsos afferma che i cittadini hanno fiducia nelle Province più che nelle Regioni». Così Rossi: «C'erano accordi già presi. Denunciamo perciò il comportamento della presidente, che ha la sindrome della Merkel, e l'accentramento dei poteri che non ci trova d'accordo. L'ente provinciale va rivisitato – ha concluso il capogruppo della lista Dipiazza – per esempio la Provincia di Trieste ha il 20% dei dipendenti in part time: non può funzionare così. È un ente che, se gestito in qeusto modo, non dimostra di essere utile». Secondo Polidori «Bassa Poropat vuole apparire ancora una volta al centro di tutto. La maggioranza con noi è stata corretta – ha osservato il capogruppo della Lega - la presidente no». Cervesi ha spiegato che «Un'altra Trieste ha una ragione in più per disertare il Consiglio. Se si vuole dare vita alla discussione bisogna trovare un metodo e una sede appropriati, una pubblica assemblea, non un Consiglio straordinario divenuto una vetrina per Bassa Poropat». Immediata la replica della presidente: «L’Unione province italiane, che ha promosso l’iniziativa, ha dato l’input di garantire nell’occasione il massimo coinvolgimento possibile. Ecco il perché dell’invito a Gabassi – ha proseguito Bassa Poropat – che, come docente, è di assoluta competenza in materia. Il fatto che molti anni fa sia stato candidato nelle file del centrosinistra oggi è del tutto ininfluente. Fra l’altro Gabassi è stato formatore di quel personale dell’amministrazione provinciale che è messo in discussione dalla proposta di abolizione delle Province, perciò chi meglio di lui? Le ragioni avanzate dal centrodestra per non essere presente – ha concluso Bassa Poropat – mi sembrano di basso profilo e strumentali». Ugo Salvini
(nella foto d'archivio da sinistra Cervesi, Grizon, Rossi, Polidori e de Gioia)

giovedì 13 ottobre 2011

ELIMINATA LA PAGHETTA DELLA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE PARI OPPORTUNITA’ IN PROVINCIA DI TRIESTE

Grizon (Pdl): abbiamo costretto il centro sinistra ad accettare la nostra richiesta, saranno risparmiati 3240 euro all’anno, oltre 16 mila nell’arco del mandato”

“Con l’eliminazione della paghetta di 300 euro al mese per la presidente della commissione pari opportunità – annuncia Claudio Grizon, capo gruppo del PDL a palazzo Galatti – abbiamo contribuito a far risparmiare all’ente 3240 euro all’anno, oltre 16 mila nell’arco del mandato”.
“Dopo la mia ferma richiesta di eliminare questa anacronistico e immotivato “rimborso forfettario” da 300 euro al mese – rivela Grizon - che neanche un anno fa il centrosinistra ha voluto assegnare alla presidente uscente Eloisa Cignatta con la contrarietà dei consiglieri del centro destra, sostenuta anche dai capigruppo Rossi, Polidori e Cervesi, il presidente del consiglio provinciale Maurizio Vidali ci ha comunicato ieri, a nome  della maggioranza, che la nostra proposta è stata accolta”.
"In realtà – ricorda il capogruppo del PDL – la maggioranza avrebbe voluto mantenere per la presidente della commissione pari opportunità l’indennità ridotta del 10% e quindi di 270 euro. Ma dopo le nostre insistenze e aver annunciato nella commissione capigruppo che se non ci avesse pensato la maggioranza ce ne saremmo occupati noi presentando una delibera d’iniziativa consiliare per cassare i 300 euro, evidentemente il centro sinistra è ritornato sui suoi passi pur di non dover votare una delibera che abbiamo già preparato e che li avrebbe messi in forte imbarazzo”.
"Ora – conclude Grizon – approfondiremo il tema dell’indennità della consigliera di parità – nominata direttamente dalla presidente della Provincia - che è una figura poco nota, ma ben pagata, sembrerebbe attorno ai 25 mila euro all’anno, che non si sa bene se sia realmente utile, considerato che ha funzioni di tutela delle donne pari ad un difensore civico, che sono già ben espletate dai giudici di pace e dalle varie organizzazioni sindacali e patronati”.

domenica 2 ottobre 2011

IL “NO" SULLA FERRIERA IN PROVINCIA E’ MERITO DEL CENTRO DESTRA



Grizon (Pdl), Rossi (L. Dipiazza), Polidori (LN) e Cervesi (Un’AT): “squallido e vergognoso il tentativo di assumersi i meriti sul “no” alla Ferriera dopo averci osteggiato fino all’ultimo istante


“Il “no” politico alla Ferriera nella delibera sul parere per la centrale termoelettrica della Lucchini Energia è stato posto solo grazie alla determinazione di PDL, Lista Dipiazza, Lega Nord e Un’Altra Trieste”.
“E’ stato squallido e vergognoso – sottolineano all’unisono Claudio Grizon, Giorgio Rossi, Paolo Polidori e Francesco Cervesi, capigruppo di Pdl, Lista Dipiazza, Lega Nord e Un’altra Trieste, il tentativo maldestro di questa maggioranza, incapace di confrontarsi e dibattere dei problemi del territorio senza arroccarsi nel proprio fortino, nel tentativo di non far emergere le contraddizioni interne, di assumersi l’esclusivo merito del “no” alla Ferriera”.
“Sono stato io per primo – precisa Claudio Grizon, capo gruppo del Pdl a Palazzo Galatti - a sostenere, con Giorgio Rossi, sia in commissione che in consiglio l’opportunità di cogliere l’occasione di questo parere, dato in via collaborativa alla Regione, per mettere in evidenza che “il progetto, come emerge dalla stessa documentazione fornita dalla Lucchini Energia S.R.L., risulta fortemente legato e condizionato dalla presenza della Ferriera di Servola”, ricordando che la sua chiusura è “già prevista per l’anno 2015, in accordo con le istituzioni locali e regionali competenti”.
“La maggioranza, che oggi pensa subdolamente di assumersi gli esclusivi meriti di questo parere politico – ricordano Giorgio Rossi (Lista Dipiazza), Paolo Polidori (Lega Nord) e Francesco Cervesi (Un’altra Trieste) - si è opposta fino all’ultimo istante agli emendamenti e dal sub emendamento che è stato sottoscritto da tutti i nostri consiglieri, basti ricordare la dichiarazione di Fabio Longo (IdV) che ha dichiarato “non voglio alcun riferimento alla Ferriera nella delibera”.
“Solo la nostra insistenza – prosegue Grizon - nel dibattito in consiglio e il responsabile intervento dell’assessore Vittorio Zollia, che ha recepito il nostro sub emendamento che riassumeva tutti gli emendamenti presentati, correggendone un passaggio poco chiaro, il consiglio ha potuto esprimere sia il parere sfavorevole alla centrale che il “no” alla Ferriera, sottolineando l’incompatibilità della centrale rispetto alle scelte fatte dalle istituzioni per l’area in questione”.
“Ma il tema Ferriera tornerà all’ordine del giorno del prossimo consiglio provinciale – annuncia Grizon – in quanto abbiamo presentato un documento che sarà discusso e votato con cui chiediamo che la presidente Bassa Poropat si attivi “con ogni iniziativa utile ed opportuna nei confronti del Governo, della Regione FVG e del Comune di Trieste affinché il tema della dismissione della Ferriera e la riconversione a nuove attività produttive delle aree interessate diventi di primaria importanza e priorità nell’agenda politico-amministrativa delle varie istituzioni” ed inoltre a “promuovere quanto prima una ripresa dei lavori dei tavoli tecnici ed un loro aggiornamento rispetto ai fatti intercorsi nel periodo della loro inattività”.

domenica 31 luglio 2011

"PROVINCIA, LA MAGGIORANZA CI ZITTISCE"


Da Il Piccolo del 31 luglio 2011 - Trieste Cronaca - Pagina 22

OPPOSIZIONE COMPATTA

Pronti a dare vita a una «giunta ombra che finalmente faccia funzionare la Provincia, altrimenti destinata, nelle mani del centrosinistra, a offrire il peggior esempio di ente inutile». I rappresentanti dell’opposizione di centrodestra Francesco Cervesi, Claudio Grizon, Roberto De Gioia, Paolo Polidori e Giorgio Rossi hanno organizzato ieri una conferenza stampa davanti a palazzo Galatti presentandosi imbavagliati da un cerotto «che simboleggia l’impossibilità di parlare in consiglio – hanno poi puntualizzato – perché la maggioranza ce lo impedisce». «A due mesi dalla riconferma di Bassa Poropat alla presidenza – ha spiegato il capogruppo del Pdl, Grizon - il Consiglio non si è ancora occupato di temi di rilievo, anzi trionfa il nulla. Bassa Poropat sta confermando coi fatti che la Provincia, così gestita, è un ente inutile. Vogliamo stanare questa presidente dal suo ufficio affinché cominci a lavorare per la città. Il vero problema – ha continuato Grizon - è che non hanno competenza né esperienza di gestione della cosa pubblica. Da settembre – ha annunciato - cominceremo una lotta durissima». Giorgio Rossi, capogruppo della lista Dipiazza, si è espresso così: «Ci siamo tappati la bocca ma la realtà è drammatica, perché ancora oggi non si capisce come mai Bassa Poropat abbia beneficiato di un voto plebiscitario, pur non avendo fatto alcunché già nella sua prima presidenza». Polidori si è definito «basito ed esterrefatto, perché è stato leso un principio, quello di garantire all'opposizione la libertà di espressione. Non possiamo essere convocati in Consiglio – ha evidenziato - e poi vedere che la maggioranza modifica l’ordine del giorno senza giustificati motivi. Se la Provincia deve essere questa, è meglio sopprimerla». «Siamo a metà strada fra il folklore e il diritto – ha incalzato Cervesi – e l'opposizione non può essere trattata così, perché siamo stati eletti anche noi dalla gente. Il regolamento del Consiglio prevede norme che devono essere rispettate anche dalla maggioranza». De Gioia, che è anche consigliere comunale, ha rimarcato che «in Municipio il centrosinistra lavora, qui no. Proprio in un momento nel quale le Province sono messe in discussione, un comportamento di questo tipo è inaccettabile». Ugo Salvini

martedì 28 giugno 2011

"GIUNTA BASSA POROPAT, PROGRAMMA GENERICO E INCERTO"

Da Il Piccolo del 28 giugno 2011 - Pagina 19 - Cronaca Trieste

OPPOSIZIONI COMPATTE NELLA CRITICA
«Giunta Bassa Poropat, programma generico e incerto»


Uniti e compatti «per vigilare sull’operato della giunta guidata da Bassa Poropat, che ha già palesato fin dalle sue prime uscite una genericità di programmi e un’incertezza progettuale che fanno preoccupare». I rappresentanti dei cinque gruppi di opposizione in Consiglio provinciale si sono presentati assieme ieri per manifestare la loro comunità d’intenti nell’evidenziare «carenze e mancanza di chiarezza nel programma presentato dalla presidente». Claudio Grizon, esponente del Pdl, ha detto che «nel voto sul programma della maggioranza di centrosinistra Pdl e Lega Nord si sono espressi con il no, la lista Dipiazza e Giorgio Ret si sono astenuti. Avremmo potuto astenerci anche noi – ha precisato - se fossero arrivati segnali di disponibilità, per esempio sulla scelta del vicepresidente, come facemmo noi a suo tempo. Ma l’eccessiva vaghezza e la marcata visione ideologica – ha sottolineato – ci hanno impedito di farlo». Giorgio Rossi, della Lista Dipiazza, ha definito il programma del centrosinistra «un tema scolastico, appena sufficiente. Bassa Poropat resta troppo spesso nascosta sotto una sfera di cristallo, eppure riesce a ottenere voti pur sottraendosi alla disamina delle tematiche concrete. Il fatto è che prendere decisioni significa rischiare, esporsi al giudizio, allora meglio restare vaghi». Secondo Paolo Polidori, della Lega Nord, «è un segnale positivo il fatto che ci presentiamo tutti assieme come opposizione e così sarà per l’intero mandato di questa giunta, che setacceremo nel dettaglio. Il ruolo della Provincia deve essere chiarito e presto. La maggioranza deve affrontare i problema reali, per esempio indicando come vorrebbero fare la Tav». Francesco Cervesi, di Un’altra Trieste, ha ricordato che «è fondamentale partire tutti assieme come opposizione. Cercheremo di proporre sempre qualcosa, di certo il controllo sul modo di lavorare di questa maggioranza sarà inflessibile. La genericità del programma di Bassa Poropat – ha affermato – è forse voluta, per cercare di impedire che si possano formulare critiche molto specifiche. Mancano indirizzi precisi. Questo è un programma a rischio zero, ma significa anche non lavorare per la città». Giorgio Ret ha spiegato che «l'unità che abbiamo trovato nell'opposizione é dettata da una situazione contingente di difficoltà diffusa, di crisi economica. Questo significa anche che servono interventi concreti. Non basta formulare, com'è stato fatto, un programma di bei pensieri: serve anche indicare come si faranno le cose, come si affronteranno i principali temi sul tappeto, in sostanza un crono programma». Ugo Salvini

sabato 25 giugno 2011

L’OPPOSIZIONE IN PROVINCIA SUGLI INDIRIZZI DI GOVERNO 2011-2016 DELLA BASSA POROPAT

Lunedì 27 giugno 2011, alle ore 11.30, nel Salotto della Provincia di Trieste, in Piazza Vittorio Veneto 4 (secondo piano), i gruppi di opposizione in Provincia di Trieste dopo il voto in consiglio provinciale di giovedì 23 giugno scorso, terranno una CONFERENZA STAMPA sul tema:
Popolo della Libertà, Giorgio Ret, Lega Nord, Lista Dipiazza e Un’Altra Trieste
"L’OPPOSIZIONE IN PROVINCIA SUGLI INDIRIZZI DI GOVERNO 2011-2016 DELLA BASSA POROPAT"
Interverranno Claudio Grizon, capo gruppo del PDL, Giorgio RetPaolo Polidori, capogruppo della Lega Nord, Giorgio Rossi, capo gruppo della Lista Dipiazza e Francesco Cervesi, capo gruppo di Un’Altra Trieste.